App-però!

Sir Joe Manganelli è un italo-andruso, antico conoscitore del territorio etneo e ambientalista ante-litteram, partito dalle sciare e dalle cezze della Muntagna diversi anni fa. Vive ora in Andrusia del nord, ai confini con la Legrìa. L’abbiamo intervistato a proposito della nuova App, per la segnalazione delle microdiscariche abusive

SM: Nei giorni scorsi, è stata presentata questa applicazione che si pone l’obiettivo di individuare le discariche e fermare chi insozza l’Etna.
JM: Come fermano gli stronzi? Lo dicono?
SM: Ecco, diciamo sporcaccioni…
JM: Diciamo invece le cose come stanno: stronzi. Perché si deve essere per forza prodotti di deiezione, per continuare nel 2018 a preferire la sporcizia alla pulizia. Allora, torniamo alla domanda: lo dicono, questi signori che si sono messi in bella mostra con questa idea inutile, come intendono fermare gli stronzi?
SM: Come “inutile”?
JM: Inutile, caro lei. Cosa c’è di nuovo rispetto alla denuncia formale ai Carabinieri o alla Forestale?

SM: Beh, la facilità immediata e la possibilità di rimanere anonimi.
JM: La facilità immediata dell’urlo. E poi, l’organizzazione si fa carico di raccogliere l’urlo e consegnarlo a chi?
SM: Al Comune di pertinenza…
JM: E cosa c’è di nuovo rispetto a prima? Perché adesso il Comune interessato deve far rimuovere le cinque lastre di amianto, che sono lì, in quel sito, da due anni? Quest’App garantisce ai Comuni una garanzia di fondi regionali in più per questa specifica, che prima non c’era?
SM: Mi scusi, ma le domande le faccio io…
JM: Non la scuso affatto, caro lei. Io rispondo alle sue domande, ma lei continua a glissare su domande ovvie, che può fare chiunque. Oppure, vuole omettere parte di questa intervista idiota?

SM: Ma come si permette, “intervista idiota”??
JM: … La smetta con questa finta meraviglia. Lo sa bene che non servirà a niente, che i deputati all’Ars la leggeranno e sorrideranno un po’, che gli amministratori locali si faranno quattro risate e magari manderanno il link a qualche amico, che su Facebook collezionerà un po’ di like e di pollice alto, che gli organizzatori di questo progetto avranno il loro bel pulpito e battito di mani, ma in sostanza, caro lei, la munnizza rimarrà tal quale. Aggiungo che corrispondere un premio agli utenti dell’App, dopo 5 segnalazioni risolte (cioè discariche bonificate), di cui 1 in flagranza di reato, è da Paperopoli. Soltanto il commissario Basettoni avrebbe potuto avere un’idea simile. Qui sconfiniamo nel surreale, Raymond Queneau avrebbe potuto prendere spunto per scrivere “I fiori blu, il seguito”, Roberto Vecchioni può ancora aggiungere una novella al contrario nel suo amabile “Diario di un gatto con gli stivali”…
SM: Spieghi il perché, invece di divagare.

JM: Caro lei, io non divago, io. Se non conosce la letteratura, non è un problema mio. Glielo spiego così, rapido rapido: chi assicura alla strega cattiva che lo specchio dice la verità? Chi è veramente la più bella del reame? Sapremo mai chi potrebbe alterare la realtà delle cose, della munnizza vera e non aggiunta, pur di beccarsi il premio finale? Ma poi, dico io, prima non volete mostrare il culo per la denuncia, che è un dovere civico; poi, cercate il faro per farlo vedere a tutti, il vostro culo, quando è l’ora di riscuotere il premio! Ma fatemi il piacere!
SM: Quale piacere?
JM: Di parlare di cose più serie, la prossima volta, caro lei.
SM: Ci dia un suggerimento…
JM: Vada a far domande ai bambini: quali sono i loro sogni per questa Muntagna. Vada a chiedere ai ragazzi come intendono vivere nella loro terra etnea. Raccolga i loro desideri, e si ricordi che se un territorio va bene a loro, va bene a tutti. Saluti!

Sergio Mangiameli è del ’64, geologo, giornalista pubblicista, interprete naturalistico, vive sull’Etna. Ha pubblicato i racconti “Dall’ulivo alla luna” (Prova d’Autore, 1996) e “Rua di Mezzo sessantasei” (Il Filo, 2008), i romanzi “Aspettando la prima neve” (Rune, 2009), “Dietro a una piuma bianca” (Puntoacapo, 2010), “Sul bordo” (Puntoacapo, 2013), “Come la terra” (Villaggio Maori, 2015, che ha partecipato a MontagnaLibri 2016 del Trento Film Festival), “Quasi inverno” (A&B Editrice, 2018), "La nevicata perfetta" (A&B Editrice, 2020). Ha scritto i testi di “MicroNaturArt – voci dal microcosmo” (Arianna, 2014), esperimento letterario di fotografia scientifica; i racconti di “Ventiquattr’ore – fotografie di finestre e parole intorno” (Puntoacapo, 2016), i cui scatti sono di Lino Cirrincione; e, assieme al vulcanologo Salvo Caffo, “Etna patrimonio dell’umanità, manuale raccontato di vulcanologia e itinerari” (Giuseppe Maimone Editore, 2016), con le illustrazioni di Riccardo La Spina. Ha scritto i testi dei film corti “La corsa mia” e “Idda”, e i monologhi “Questa storia” e “Il gioco infinito”, visibili entrambi su YouTube. Sul portale web Etnalife, scrive racconti etnei per la rubrica letteraria “Storie dell’altro mondo”. “La piuma bianca” è il suo blog sul magazine online SicilyMag. L’esperimento nuovo è “Le colate raccontate” – vulcanologia storica dell’Etna e narrativa surreale insieme, tra esattezza scientifica e finzione letteraria in racconti –, portato in scena col vulcanologo Stefano Branca.
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