Lo sapete dove vanno a finire le parole non dette? Alla fine della giornata, quando nel letto scivolate verso quel limite di tempo che mai ricorderete con esattezza, e chiudete gli occhi per scappare dalle vostre paure, lì, proprio in quel salto fantastico, loro escono da voi e salgono nell’aria. Sospese, soffiate dal caldo delle cose umane, arrivano quassù e mi fanno compagnia per un po’. Non fanno rumore, non urlano in coro, se ne stanno a mezz’aria a godersi il fatto di essere uscite fuori. Sembrano gocce d’acqua senza peso, che beffano le leggi della fisica per far emozionare la terra. L’acqua non si può tenere e così dovrebbe essere pure per le parole – un flusso da far scorrere. Io le guardo, le capisco tutte senza leggerne nemmeno una, perché sarebbe stupido e assurdo come voler leggere le gocce d’acqua, e poi riprendo sonno con le vostre parole non dette in testa. Ecco perché faccio sogni stupendi. Ecco perché mi taglio l’anima, di giorno.