Ripercorrendo la storia recente del Grifone in Sicilia

FRIHET, scatti fotografici in natura, catturati e raccontati da Gaetano Romano

Preparatevi perché nell’articolo di oggi vi porterò a spasso nel tempo, nella storia e in alcuni dei Parchi naturali più importanti della Sicilia!
Il protagonista è un rapace necrofago dall’apertura alare che si aggira sui tre metri, dal peso di circa 11 kg e… ed è calvo! Stiamo parlando del Grifone, l’uccello più grande d’Europa!

Come promesso vi porterò indietro nel tempo fino al 1965, ovvero l’anno che ha segnato l’estinzione di questa meravigliosa specie.
Negli anni precedenti al ‘65, infatti, la presenza del Grifone è stata documentata e accertata in Sicilia in diverse zone, con siti di avvistamenti nell’ennese e nel siracusano e siti di nidificazione stabile in alcune zone del Parco dei Nebrodi e in tutta la fascia del palermitano e del trapanese dove si riscontrava la popolazione più grande e stabile dell’isola, anche grazie alla presenza di costoni rocciosi di una notevole altezza (così da permettere ai Grifoni di veleggiare).
Le popolazioni hanno via via subito un drastico calo demografico, soprattutto a causa della minaccia dell’uomo che, utilizzando carcasse avvelenate, provocò la morte e poi la loro estinzione.

Ed ora arriviamo al 2001 dove, grazie ad un progetto di cooperazione tra il Parco dei Nebrodi e l’Ente spagnolo G.R.E.F.A., si ebbe l’importazione e la reintroduzione di 43 esemplari, attraverso un primo periodo di acclimatazione in delle voliere site nelle zone di Alcara Li Fusi e dintorni, e dopo sei mesi la loro liberazione.
Ad oggi la popolazione è stabile ed in crescita, e ho avuto la grande fortuna di poterli osservare nei pressi di “Rocca del Crasto”, un massiccio calcareo che ha la modesta età di 200 milioni di anni, dove, inoltre, è in corso il monitoraggio di un coppia di Aquila reale nidificante!
Il mio fugace passaggio mi ha regalato emozioni che difficilmente dimenticherò, con il volteggiare dei grifoni da una cima all’altra della Rocca e il tutto contornato dalle ultime luci del giorno!

Ma in tutto ciò, sono mai esistiti o osservati nel territorio del Parco dell’Etna?
L’immediata risposta è SÌ! Infatti, sono diverse le fonti orali che assicurano la loro presenza in passato, ma non solo, anche diversi scrittori, come Alessandro Ghigi, li hanno citati nei loro testi facendone intuire il valore, anche emotivo, di questi enormi rapaci nei nostri territori.

Questo un estratto:

“… se si considera la bellezza panoramica dei luoghi compresi tra l’Etna, i Nebrodi e il mare, la varietà degli ambienti… se si pensa che qui vi è l’ultimo rifugio di uno dei giganti fra gli uccelli, varrebbe la pena che la Regione Siciliana decidesse di istituirvi un Parco Nazionale, che sarebbe indubbia meta di molti turisti.”

Alessandro Ghigi.

Gaetano Romano, ventenne della provincia di Catania e studente presso la facoltà di biologia, coltiva la sua passione per la natura sin da piccolo.
Da pochi anni si è avvicinato alla fotografia naturalistica e ha aperto una pagina instagram, frihet.ph (tradotto: libertà fotografica), dove carica i suoi scatti descrivendo il soggetto o le emozioni dello scatto.
"Pensa diversamente e fai arte".

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