Si tratta di un itinerario agevole, lungo due chilometri fra vigne e noccioleti, che permettere di raggiungere le Ripe della Naca un luogo simbolo del ‘900, dove ebbe inizio l’eruzione del 1928, che cancellò l’abitato di Mascali.

Da Fornazzo si segue la provinciale per Linguaglossa per circa due chilometri sino ad incontrare, verso monte, la strada per il Santuario di Magazzeni, distante un chilometro. Raggiunta la piccola chiesetta eretta nel 1958 dai fedeli di Sant’Alfio come memoriale dello scampato pericolo derivante da quell’eruzione, si può lasciare l’auto per proseguire a piedi, o in altro modo, per una stradina che procede in direzione nord (guardando l’ingresso della chiesa è il sentiero di destra), fra vigne, castagni e noccioli. Dopo due chilometri, comodamente in mezz’ora, si raggiungono le Ripe della Naca annunciate da un falsopiano. Si individuano facilmente le bocche eruttive, gli hornitos e le lingue di lava che tagliano il bosco.

L’eruzione ha avuto inizio la notte del 2 novembre 1928, interessando dapprima il Cratere di Nord-Est. Nel corso della notte una nuova frattura si apre a Serra delle Concazze. La lava dapprima incenerisce i boschi Cerrita e Cubania; poi s’incanala nel letto del torrente Magazzeni dirigendosi verso il centro abitato di Sant’Alfio, arrestandosi alle sue porte. Il 4 novembre una terza frattura si materializza alle Ripe della Naca. Il magma infuocato trova l’alveo del Torrente Pietrafucile e inesorabile scende a valle. L’abitato di Mascali viene distrutto fra il 6 ed il 7 novembre.

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