Mompileri, “Sicola Pompei”

Così Don Eugenio Francalanza, uno dei personaggi de “I Viceré” di De Roberto, definì il casale seppellito dalla lava del 1669, congetturando gli scavi per riportarla alla luce

“Sorgeva Mompileri sulle falde meridionali dell’Etna, ed a pie’ del Monte omonimo nella Valle di Demone. Confinava a Nord-Est, con Nicolosi: ad Ovest e Nord-Ovest coll’antico e distrutto Malpasso: ad Est e Sud nessun paese gli era limitrofo…”.

È questa la descrizione lasciata, alla fine dell’800, dal sacerdote Giuseppe Lombardo dell’antico casale di Mompileri, ricoperto tre secoli e mezzo addietro dalla lava e, ancora oggi, in gran parte caratterizzato da una landa nera su cui fioriscono le ginestre e nulla più.

Di quel luogo giungono a noi solo poche vestigia, che si rinvengono attorno al Santuario della Madonna della Sciara, in un lembo del territorio di Mascalucia al confine con Nicolosi e Belpasso, ai piedi del Monte Mompileri. Il Santuario si raggiunge dalla frazione di Massannunziata, svoltando a sinistra alla chiesa di San Michele Arcangelo da cui dista circa due chilometri.

Il casale di Mompileri fu sommerso dalla lava il 12 marzo 1669 nel corso della più grande eruzione d’epoca storica dell’Etna, iniziata il giorno precedente e che, in seguito, giunse sino a Catania allungandosi in mare per oltre un chilometro.
I Mompileresi ricostruirono le loro case più a valle (l’odierna Massannunziata), ma nei loro ricordi rimaneva la chiesa dell’Annunziata, la maggiore del vecchio casale, la bella statua della Madonna delle Grazie, attribuita al Gagini, posta su un altare laterale, ed il gruppo marmoreo dell’Arcangelo Gabriele e della Madonna nell’atto di ricevere l’annuncio della maternità Divina, anch’esso attribuito al Gagini. La statua delle Grazie venne ritrovata nel 1704 sul suo altare, così come fu sorpresa dall’eruzione, sotto una coltre di otto metri di lava solidificata in una porzione di chiesa risparmiata dalla furia distruttrice. La tradizione narra che una donna del paese ebbe in sogno la Madonna che le indicò il punto esatto dove scavare per riportare il simulacro alla luce.

Del casale giungono a noi pochi resti, il più prezioso dei quali è rappresentato proprio da quella parte della vecchia chiesa superstite, ormai grotta, in cui si scorge ancora il pavimento, alcune colonne e l’altare della Vergine. La statua della Madonna delle Grazie è, oggi, sull’altare maggiore del Santuario, tempio ad unica navata dalla struttura semplice e dalla facciata color ruggine in cui spiccano i conci di pietra lavica.
L’antica Mompileri si estendeva ai piedi dell’omonimo monte. In posizione frontale rispetto al Santuario si trova la Grotta dell’Eremita, un anfratto che si apre in un’altura lavica, ampliato dalla mano dell’uomo, abitato negli anni ’50 del secolo scorso da un anacoreta.

Nei pressi della grotta si scorgono i ruderi di alcuni abitazioni realizzate dopo l’eruzione, ed una stradella probabilmente dell’800.

Percorrendola si sbocca su una strada asfaltata che costeggia una spianata ricoperta da aspre lave e colonizzata dalle ginestre, utilizzata come set cinematografico da John Houston per realizzare alcune scene del colossal “La Bibbia”.

Seguendo la strada si raggiunge quel che resta della Chiesa della Misericordia (per le visite rivolgersi al Comune di Mascalucia), di cui si conservano i muri perimetrali. Sul muro frontale si scorgono tre dipinti: una Deposizione al centro; un Santo a sinistra; e l’abitato di Mompileri a destra, con la Madonna nell’atto di accordare protezione da un braccio di lava dell’Etna che scende a valle. Un quadro che ben rappresentava il timore che vivevano gli abitanti del casale per le eruzioni dei secoli precedenti, che lo minacciarono da vicino, e che fu quasi profetico per la sua sorte.
Davanti alla chiesa, risparmiati dal torrente di fuoco, si rinvengono pochi metri di quella che fu la strada principale del casale e, in posizione sopraelevata, pochi fabbricati di cui si individuano alcuni vani, muri a secco, ovili, ed esigue dagale di vegetazione che spiccano nel deserto nero.
Ad antico splendore è ritornata la Chiesa della Madonna Bambina, la più esterna dell’abitato di Mompileri, e per questo non intaccata dalle lave, restaurata negli anni passati dal Comune di Mascalucia.

Il ricordo di Mompileri affiora ne “I Vicerè” di Federico De Roberto. È uno dei personaggi del romanzo, l’eccentrico zio del protagonista, Don Eugenio Francalanza, a vagheggiare il ritorno in luce del casale, la “Sicola Pompei”, per arricchirsi con le monete e gli oggetti rinvenuti.

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