Venerdì 13 novembre nell’antico Monastero Benedettino di Nicolosi, inaugurazione della mostra di immagini tratte dalla installazione umana di Elvira Fusto
Verrà presentata venerdì 13 novembre alle 11, presso l’ Antico Monastero Benedettino di San Nicola l’Arena, sede del Parco dell’Etna in Via del Convento 45 a Nicolosi, la mostra foto e video che ritrae l’installazione umana “Madre Snatura” di Elvira Fusto. Si tratta di un’opera costituita da ventotto donne, allogate su un sito di scarico incontrollato nell’area protetta, magre, seminude, con le teste truccate da animali che vivono sull’Etna (istrice, volpe, gufo, aquila reale, falco, vipera, riccio), il corpo strozzato da un cavo elettrico nero che finisce con la spina stretta fra i denti della modella. Le donne sono disposte lungo il sito a gruppi di sette. L’artista ha scelto il sette poiché è composto da un triangolo e un quadrato, rispettivamente la piramide (il divino che c’è in ogni essere) e il tetragono (la stabilità di ogni essere quando vive nel rispetto del sé). Sullo sfondo, maestosa, c’è l’Etna.
L’installazione fotografata e filmata mostra un’immagine di disagio e disadattamento di Madre Natura che mal si concilia con i siti degradati dai rifiuti. Si vede la fragilità di un animale a contatto con le “scorie”degli esseri umani, cosa produce l’eccesso di consumo, come sporchiamo senza curarci degli effetti.
“L’evento dal vivo è stato documentato con fotografie e filmati con un approccio concettuale più vicino alla pittura – spiega l’autrice in un comunicato di presentazione –. Il lavoro non è performance e non è documentario, ma qualcosa che sta in mezzo che per la sua complessità non può essere ricondotto ad un’unica categoria. Il video, un breve film sulla genesi di Madre Snatura, dalla durata di tre minuti e trenta, ci riporta alle origini del rapporto con la montagna, alle affezioni primordiali e antiche che generano i rapporti amorosi con Madre Natura. Le foto offrono una sintesi poetica del lungo racconto e ci mostrano nel dettaglio gli aspetti più suggestivi del lavoro dove non mancano riferimenti al mondo del cinema e dell’arte e, in particolar modo della pittura”.
La premessa di Madre Snatura è questa: l’Etna non è solo dei siciliani è talmente imponente e magnifica che è degli italiani, degli europei e del mondo. Oggi è patrimonio mondiale dell’Unesco, lo è diventata il 21 giugno del 2013, la motivazione dell’Unesco è la seguente: “I crateri, le ceneri, le colate di lava, le grotte di lava e la depressione della valle del Bove, fanno del monte Etna una destinazione privilegiata per la ricerca e l’educazione. L’Etna ha un ruolo importante, capace di influenzare la vulcanologia, la geofisica e altre discipline di scienza della terra. La sua notorietà, la sua importanza scientifica, i suoi valori culturali e pedagogici sono – conclude l’Unesco – di importanza mondiale”.
L’autrice
ELVIRA FUSTO Elvira Fusto, regista, performer, dopo aver sperimentato diverse forme di comunicazione (giornalismo televisivo e carta stampata, teatro sperimentale, drammaturgia e sceneggiatura) approda ad un altro tipo di espressione artistica che le consente di esprimere la sua passione per ogni forma spirituale di Madre Natura.
Le sue intuizioni partono sempre dalla denuncia e come conclusione inevitabile hanno la cura, la soluzione per tornare a vivere nel benessere passando attraverso le oscurità umane.
Eclettica spazia in diverse espressioni artistiche, ultimamente si è dedicata anche alla pittura lavorando su un tema a lei molto caro per onorare la montagna sacra: l’Etna. Attualmente sta lavorando ad u progetto dal titolo “ETNANTE”, uno spettacolo teatrale dedicato all’Etna.
(11 novembre 2015)