Il riccio

FRIHET, scatti fotografici in natura, catturati e raccontati da Gaetano Romano

Piccolo, goffo e ricoperto di aculei… il protagonista di oggi è il riccio (Erinaceus europaeus)!

È tra i mammiferi più piccoli che si possano incontrare nel Parco dell’Etna nonché uno dei più antichi. La forma dentaria e quella del cervello provano che risale al periodo del Cretaceo.

Ha abitudini crepuscolari e notturne, sebbene lo si possa incontrare anche in pieno giorno, è maggiormente attivo al calar del sole, ciò è legato al netto aumento della disponibilità di prede. È un animale onnivoro, al contrario di ciò che si possa pensare, e la sua dieta, prevalentemente carnivora, è a base di invertebrati, rettili e anfibi, piccoli roditori e, in caso di bisogno, bacche, ghiande e frutta. Udito e olfatto sono particolarmente sviluppati, permettendogli di cacciare con grande abilità e, in alcuni casi, riesce a trovare le tane delle sue vittime e si ciba anche dei piccoli.

La madre riesce a partorire da 1 a 6 piccoli già formati, compresi gli aculei che inizialmente sono “morbidi” ma che crescendo vanno a cheratinizzarsi (indurirsi). A 14 gg dalla nascita i piccoli aprono gli occhi e alle tre settimane escono già dal nido. I piccoli al momento del parto risultano rivestiti da una membrana che protegge la madre.

L’unica difesa di cui dispone un riccio è la parte superiore del corpo ricoperta interamente da aculei affilati (fino a 6000 aculei) di colore bianco e marrone. In caso di pericolo si chiude su sé stesso e risulta immune ai predatori. Solo la volpe, nel tempo, ha scoperto che per far aprire il riccio e attaccarlo la dove è più vulnerabile, ovvero muso e pancia, bisognava urinarci sopra, tecnica geniale ed efficace.

Oltre a proteggere l’animale da eventuali aggressori, gli aculei prevengono anche seri danno dovuti ad urti e cadute: ciascun aculeo, infatti, presenta nei pressi del follicolo pilifero un restringimento che lo rende flessibile, in modo tale da assorbire urti anche di una certa entità.

Falsi miti! il riccio non è da confondere con l’istrice, sono completamente diversi, maaa… entrambi NON sono in grado lanciare gli aculei. 

Attenzione!! Il riccio è tutelato da norme Italiane ed Europee che ne vietano la caccia, la cattura e la detenzione.

Gaetano Romano, ventenne della provincia di Catania e studente presso la facoltà di biologia, coltiva la sua passione per la natura sin da piccolo.
Da pochi anni si è avvicinato alla fotografia naturalistica e ha aperto una pagina instagram, frihet.ph (tradotto: libertà fotografica), dove carica i suoi scatti descrivendo il soggetto o le emozioni dello scatto.
"Pensa diversamente e fai arte".

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