Etnalibera, consensi al documento contro i divieti alle escursioni in vetta

Partecipata serata a Nicolosi, allestita dal comitato che chiede la riapertura al libero escursionismo della vetta del vulcano

La nave è salpata, o forse sarebbe meglio dire: la cordata è partita. Mare, monti, tutto si mischia quando c’è di mezzo quello spicchio di terra più simile al paradiso che all’inferno, nonostante la natura ce ne abbia messo del suo per evocare la “bocca degli inferi”. Manco a dirlo, parliamo dell’Etna, sospeso o sospesa – “Iddu” come dice Klaus Dorschfeldt, o a “muntagna” come dicono tutti ?– fra il mare ed il cielo e che gli uomini a tutti i costi vogliono trasformare in inferno, anche quando non ce ne sarebbe bisogno.
Nave, o corda, a Nicolosi ha debuttato il Comitato Etnalibera, a cui aderisce anche Etnalife, che, per farla breve, chiede la rimozione di tutti i divieti vigenti nell’area sommitale del vulcano e che sia consentito ai mortali di avvicinarsi ai fronti lavici, allorquando l’Etna decide di donare nuova pietra al mondo.

Il documento di Etnalibera (primo gruppo civile di protesta da sessant’anni a questa parte, ha ricordato Giambattista Condorelli del CAI di Catania) è stato letto da Sergio Mangiameli, uno dei due portavoce, nel bel piazzale del Museo della Civiltà Contadina di Nicolosi che ha offerto la quinta scenografica ai circa duecento partecipanti all’incontro.
Principi di diritto e di cultura” ha detto Mangiameli citando l’articolo 16 della Costituzione, aggiungendo: “l’Etna è il primo spettacolo del mondo, rispetto al quale ogni cittadino del territorio deve sentire un senso di appartenenza e ogni turista che viene in visita non può vedersi un alt dopo aver viaggiato per migliaia di chilometri”. In ultimo, ha illustrato le varie proposte contenute nel documento-petizione (restituire al Parco dell’Etna la gestione della fruizione, informazione per gli escursionisti in tempo reale sull’attività vulcanica, mantenere la Zona Gialla nella quale chi intende entrare si assume la responsabilità propria, pianificare un sistema di accoglienza dei visitatori) concludendo: “Ogni anno sull’arco alpino muoiono oltre 100 persone per valanga, sull’Etna da 35 anni non c’è stato un solo morto per cause vulcaniche, il risultato è che a fronte delle migliaia di morti, il Monte Bianco e le Dolomiti sito Unesco rimangono giustamente liberi, l’Etna no”.
L’altro portavoce di Etnalibera, Giuseppe Riggio, ha parlato, sulle immagini di gente vicina ai fronti lavici riprese in diversi periodi, del legame storico fra l’Etna e la sua gente.

Hanno dato la propria adesione alle proposte di Etnalibera politici e amministratori: il sindaco di Nicolosi, Nino Borzì, con un videomessaggio; e, di presenza, Michele Mangione, Ignazio Puglisi, Salvo Chisari, rispettivamente sindaci di Randazzo, Piedimonte Etneo e Ragalna. Sì dal deputato regionale Concetta Raia, che ha illustrato l’interrogazione presentata all’ARS che accoglie le proposte di Etnalibera, e – mediante messaggi – dai deputati regionali Anthony Barbagallo, Alfio Papale, Nino D’Asero, Salvo Giuffrida; dai deputati nazionali Luisa Albanella, Giuseppe Berretta e Basilio Catanoso; dal Senatore Salvo Torrisi; dall’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Catania, Angelo Villari; dall’Assessore all’Ambiente del Comune di Nicolosi, Giuseppe Di Mauro.

La Presidente del Parco dell’Etna, Marisa Mazzaglia, ha espresso la disponibilità dell’ente ad occuparsi della fruizione, anche se – ha aggiunto – devono essere chiariti alcuni aspetti per poterla gestire al meglio. La presidente ha poi manifestato l’intenzione di convocare un tavolo tecnico-politico, aperto al Comitato Etnalibera, per affrontare l’intera questione.
Hanno dato un contributo alla discussione, dichiarandosi sostenitori della petizione, anche il giornalista Rai Giovanni Tomarchio, autore delle immagini dell’Etna più significative degli ultimi anni; Enzo Agliata, che ha letto un messaggio di Alessandro Gogna, alpinista di fama internazionale; Paolo Maniscalco, già Assessore alla Protezione Civile del Comune di Catania che ha parlato di illegittimità in relazione al regolamento della Protezione Civile; Carmelo Ferlito, docente di Vulcanologia all’Università di Catania e guida alpina e vulcanologica; Giambattista Condorelli (CAI Catania).
Importante la testimonianza di Alfio Ponte, Presidente del Collegio Guide Alpine e Vulcanologiche, il quale, sulla fruizione dell’area sommitale dell’Etna, ha detto che il collegio si è rivolto al costituzionalista Valerio Onida che ha già inviato una lettera al Prefetto di Catania, tutt’ora in attesa di risposta.

“Siamo particolarmente soddisfatti per il consenso che abbiamo raccolto attorno alle proposte del comitato” sottolineano Sergio Mangiameli e Giuseppe Riggio di Etnalibera, che aggiungono: “Abbiamo incassato importanti sostegni, segno della volontà diffusa di giungere ad una nuova regolamentazione per l’accesso in area sommitale. Accogliamo con favore le parole del Presidente del Parco dell’Etna, Marisa Mazzaglia, intenzionato a convocare un tavolo tecnico-politico. Seguiremo l’iter e faremo da stimolo nei confronti degli attori a cui spetta il compito di disegnare le nuove norme affinché, nel nome della nostra montagna, si metta fine a questi anacronistici divieti”.

Gli intervenuti hanno assistito alla proiezione dei cortometraggi “Emozioni dal vulcano”, di Antonio De Luca, e “Iddu” di Klaus Dorschfeldt, nonché del video realizzato da Giuseppe Distefano (Etna Walk) intitolato “Etna Libera” che ha raccolto le testimonianze espresse a 2.900 metri d’altitudine, al limite della zona chiusa, da alcuni escursionisti italiani e stranieri intervistati sui divieti in area sommitale, che si son detti meravigliati per le restrizioni alla visita della vetta.
Nel corso della serata sono state raccolte le firme a sostegno del documento del comitato, che potrà essere firmato in altri luoghi (che verranno comunicati da Etnalibera) o mediante la petizione on line.

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