Etna esche avvelenate: morti 3 cani e una volpe

Pura malvagità dietro i bocconi killer fra Galvarina e Monte Scavo. I volontari impegnati nella bonifica

Il Rifugio della Galvarina - © pietronicosia.it
Il Rifugio della Galvarina – © pietronicosia.it

È allarme rosso sull’Etna per i bocconi avvelenati che hanno già causato la morte di 3 cani e di una volpe e il ferimento di una seconda volpe, riuscita a sopravvivere grazie alla terapia veterinaria a cui è stata sottoposta. Le esche killer sono state disseminate nell’area compresa fra il Rifugio della Galvarina ed il Rifugio di Monte Scavo, lungo la Pista Altomontana, a monte dei comuni di Biancavilla, Adrano e Bronte nell’area occidentale del vulcano. Massima attenzione viene raccomandata dal Corpo Forestale a chi entra sull’Altomontana dal Demanio Forestale “Filiciusa Milia” o dagli accessi del versante ovest, soprattutto se in compagnia di bambini. Identiche raccomandazioni a chi ha un cane, anche se a rigor di regolamento non potrebbero essere introdotti animali estranei alla fauna endemica. Da quanto scrive su Meridionews Sergio Mangiameli (geologo e giornalista, da sempre impegnato sulle tematiche ambientali) il veleno utilizzato sarebbe il “Methomyl”, sostanza contenuta in alcuni insetticidi.

Intanto l’Ispettorato Ripartimentale alle Foreste della provincia di Catania ha diramato una informativa firmata dal Comandante Luca Ferlito, indirizzata a Prefettura, Parco dell’Etna, Istituto Zooprofilattico, Comuni di Biancavilla, Adrano e Bronte, nella quale si sottolinea la necessità di operare in difesa degli escursionisti e dei frequentatori nei giorni festivi e prefestivi, e delle specie selvatiche che abitano la zona. “Abbiamo individuato reati – scrive Ferlito – secondo gli articoli 544 bis e ter del codice penale (puniscono chi per crudeltà e senza necessità, causa la morte di animali o somministra sostanze che arrecano danno alla loro salute ndr). Sulle indagini stiamo percorrendo varie ipotesi investigative”.

Per quel riguarda la bonifica, nell’attesa dell’azione dei comuni competenti per territorio, sono i volontari ad operare per abbattere i pericoli. Un gruppetto con in testa la veterinaria Cristina Musumeci, il cui cane ha trovato la morte proprio addentando un boccone avvelenato, sta bonificando le aree in cui sono state ritrovate le esche. Sul fronte indagini, per il momento, nessuna novità. Di certo chi ha agito lo ha fatto per pura malvagità in quanto la fauna destinataria del veleno non rappresenta un pericolo né per la gente né per il bestiame.

(11 dicembre 2014)

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