Bello o cattivo tempo? Riflessioni marziane…

“Si incrina il bel tempo in Sicilia”, ho letto questo titolo l’altro giorno su un sito web gestito dagli studenti dell’Università di Catania.

Non ho nessuna intenzione di mettermi a fare il filosofo, ma mentre pensavo al mio pianeta lontano mi sono messo a ragionare su cos’è il bello ed il cattivo tempo, intendo dal punto di vista meteorologico.

Per un turista la situazione ideale è quando trova il cielo blu ed il sole splendente, certo meglio se non fa troppo caldo. Oltretutto è la situazione migliore per fare magnifiche foto e postarle subito su instagram. Se uno trova invece tutto grigio è un peccato perché i selfie vengono proprio tristi. Capisco quindi che essendoci sempre più viaggiatori sulla Terra, il fatto che ci sia il sole fa sempre molto piacere a tutti quelli che preparano la valigia.

Ma mentre mi godevo anche io un po’ di calore sulla mia pelle verdolina mi chiedevo: ma possibile che su questo pianeta fanno tutti i turisti?
Ad esempio in Sicilia per tutto l’inverno non ha quasi piovuto. Le piante sono gialle e secche come se stesse iniziando l’estate, mi aspetto che da un momento all’altro inizi qualche incendio. E quelli cosa vanno a scrivere? “Si incrina il bel tempo”. Per essere certo o anche chiesto ad uno che stava accanto a me se avevo capito correttamente. E quello me lo ha confermato. Gli studenti volevano spiegare che dopo mesi di siccità poteva arrivare qualche goccia di pioggia. Quindi l’acqua che cade dal cielo significa che arriva il mal tempo? A quanto pare si. Perché evidentemente tutti quelli che ragionano come se facessero i turisti di mestiere non gliene frega niente -chessò- degli agricoltori che hanno seminato a novembre e vedono quelle piantine di grano ancora piccole e deboli, oppure dei pastori che in pieno inverno faticano a trovare pascoli decenti. Io penso che per loro, per quelli che vivono in mezzo alla natura, se arriva un po’ di pioggia dopo mesi di siccità arriva il bel tempo. Ci sarebbe la possibilità di avere un discreto raccolto o di sfamare il bestiame. Invece non è evidentemente così per la maggioranza di quelli che abitano la vostra magnifica isola.

E’ come se voi terrestri di Sicilia, compresi gli universitari di Catania, foste ormai tutti dei viaggiatori professionisti, con il trolley pronto davanti alla porta, affamati solo di voli low cost e di gite fuori porta. Certo poi magari arriva l’epidemia e del sole splendente non importa più niente a nessuno, ma quella è una storia che abbiamo appena iniziato a vivere…

Giuseppe Riggio racconta l'Etna e la Sicilia da trentacinque anni. Giornalista pubblicista ha collaborato con importanti testate locali e nazionali. Autore di diversi libri dedicati alle bellezze nascoste della nostra regione ha dedicato anni di ricerche alla valorizzazione della memoria del Novecento. Per l'editore Maimone ha diretto per otto anni il trimestrale culturale Etna Territorio ed ha scritto alcune delle sue opere più recenti. Vive pensando positivo, immerso nelle contraddizioni di un'isola meravigliosa, ma – forse – incorreggibile.
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