Raccogliere castagne sull’Etna

Autunno è tempo di castagne. I consigli e le norme di comportamento per andar per boschi nel modo corretto. L’intervista all’esperto: Salvatore Romeo

Dall’inizio di ottobre e per buona parte di novembre, i boschi dell’Etna regalano grandi quantità di castagne e marroni, frutti spesso accomunati, ma differenti: le prime, che nascono dall’albero selvatico, si ritrovano all’interno del riccio da una a sette, sono più piccole, con la buccia di una tonalità bruno scura, schiacciate da un lato e tondeggianti dall’altro. Le marroni, frutto della pianta coltivata e modificata con gli innesti, si ritrovano nel riccio in genere da una a tre, sono più grandi, hanno la buccia più chiara ed hanno una forma quasi rettangolare. Sul vulcano siciliano, le castagne – per comodità chiameremo così anche le marroni – hanno un gusto e un sapore unico grazie ad un terreno lavico ricco di minerali.

AREE I castagneti si ritrovano un po’ in tutti i versanti dell’Etna, sia all’interno di aree demaniali, sia all’interno di aree private. Nel versante sud l’area dei castagneti è quella alta di Nicolosi, Pedara e Trecastagni (S.P. 92, San Nicola, Salto del Cane, Tarderia); verso ovest, l’area di Milia a nord di Ragalna, e l’area alta di Biancavilla e Adrano. Procedendo verso occidente, i castagneti si ritrovano in territorio di Maletto, Bosco Chiuso Case Pappalardo. Sconfinati i boschi dell’area orientale: da Zafferana si possono raggiungere, tramite la S.P. 92 (tratto sino al Rifugio Sapienza), i castagneti di Cassone e Piano del Vescovo. Altro luogo ricco di castagni è la Mareneve imboccata da Fornazzo (Pietracannone), ma anche da Linguaglossa.

NORME DI COMPORTAMENTO La raccolta delle castagne sull’Etna è, purtroppo, spesso accompagnata da comportamenti sgradevoli che arrecano danno alla natura e alla convivenza civile. Spesso la condotta del “buon padre di famiglia” sembra essere dimenticata e si assiste a episodi spiacevoli che danneggiano il sottile equilibrio dell’ecosistema etneo. Uno dei problemi maggiori riguarda l’immondizia che, ahimè, aggredisce i diversi versanti dell’Etna. Ai raccoglitori di castagne il primo consiglio è quello di non abbandonare nulla nei boschi e di utilizzare i panieri di vimini preferendoli alle buste di plastica che spesso vengono abbandonate nei boschi.
Altro consiglio è quello di raccogliere i frutti caduti evitando la battitura (bacchiatura) dei rami con i bastoni, e di non rastrellare il sottobosco. Superfluo ricordare di non violare la proprietà privata (si commette un reato), anche se troppo spesso, purtroppo, i proprietari assistono impotenti alle razzie nei loro terreni.
Altri consigli sono quelli dettati dal buonsenso che dovrebbero essere sempre rispettati in un’area protetta, qual è il Parco dell’Etna: non ascoltare musica a volume eccessivo ed evitare schiamazzi; non disturbare la fauna; non danneggiare i luoghi; portare con sé l’immondizia per lasciarla nei cassonetti o ricondurla a casa per smaltirla secondo le modalità del proprio comune; non abbandonare nei boschi alcunché.

RISCHI Sono tanti i motivi di rischio che, con pochi accorgimenti, si potrebbero evitare. Intanto non parcheggiare la propria auto lungo le strade strette, in prossimità di curve e tornanti, in aree sterrate di difficile accesso e uscita. Sono luoghi rischiosi per conducente e passeggeri e automobilisti in transito. Procedere con prudenza per i tanti raccoglitori, spesso bambini, presenti.
Nella scelta del luogo del pic-nic, se non si opta per l’area attrezzata, si abbia l’accortezza di non collocare tavoli, sedie e teli nelle immediate vicinanze di una strada, di una curva e di una discesa. I fuochi devono essere accesi solo nelle aree attrezzate, poiché al di fuori di esse sono vietati.
Insomma fatevi guidare dal buonsenso e fate in modo che i successivi visitatori non si accorgano del vostro passaggio.

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