La fauna presente nel comprensorio dell’Etna subisce da sempre tutti gli eventi naturali connessi alla normale attività del vulcano che, abbastanza frequentemente, causa la distruzione di ampie porzioni di territorio provocando morte ed esodi delle diverse specie. Ogni eruzione significativa dell’Etna ha recato con sé lo sconfinamento in territori contigui a quelli interessati, favorendo l’insediamento a quote più basse di animali selvatici.

La presenza, spesso invasiva, dell’uomo ha cancellato quella fauna descritta nell’800 da Antonio Galvagni, che osservò: lupi, cinghiali, daini, caprioli, grifoni, lontre, che popolavano boschi, valli e corsi d’acqua. Di queste specie, che rimandano a scenari molto diversi dagli attuali, quasi mitici, non ne è rimasta alcuna. Dalle specie presenti era stata depennata anche l’aquila reale, ma grazie alle tutele  introdotte con l’istituzione del Parco dell’Etna, la dominatrice dei cieli è tornata a nidificare nelle zone più isolate. Fra le altre specie che si sono aggiunte al già corposo esercito di animali e insetti dell’Etna, ricordiamo la martora ed il gufo reale.

Anfibi

Sono presenti solo nell’area pedemontana poiché necessitano di ambienti acquatici che non si ritrovano alle quote più alte. Diffusi la rana verde minore negli stagni e nei corsi d’acqua, ed il rospo comune più terricolo. Presente anche il rospo smeraldino.

Rettili

Negli ambienti ricchi di vegetazione, soprattutto umidi, si ritrova la testuggine comune. Nell’isola vivono due specie di gechi, fra cui la tarantola muraiola, di abitudini notturne, che predilige i muri.

Fra le lacertidi ritroviamo il ramarro, nei prati, nei cespugli e nelle radure delle aree boscate; e la lucertola campestre, molto diffusa, soprattutto nelle zone sciarose e negli anfratti dei muri a secco. Presente il gongilo fra gli scincidi, noto col nomignolo di “tiraciatu” (succhiarespiro).

Fra i serpenti: il biacco, il colubro leopardino, il saettone, la biscia dal collare e la vipera comune, unico serpente velenoso tuttavia non aggressivo.

Uccelli

Gli uccelli sono un vero e proprio esercito e rappresentano la metà delle specie osservabili in Sicilia. Fra essi si contano diverse specie tutelate. I rapaci diurni sono i testimoni dell’esistenza di grandi spazi incontaminati. Nei boschi, seppur raro, si ritrova lo sparviero; frequente, invece, nei boschi montani, la poiana. Comune il gheppio, osservabile anche a quote più basse. Presente il falco pellegrino, che nidifica su pareti rocciose o alberi. L’aquila reale è tornata a nidificare, ormai da tempo, dopo la nascita del Parco dell’Etna, grazie ad una maggior tutela e, soprattutto, al divieto di caccia. Costruisce il nido sulle pareti rocciose inaccessibili o sugli alberi più alti nelle zone meno frequentate. Abbastanza comuni, fra i rapaci notturni, anche nelle aree urbane pedemontane, il barbagianni e l’assiolo, noto anche col nome di “chiù” che deriva dal caratteristico verso. In ambienti boscati si ritrovano l’allocco e il gufo comune, presente, in Sicilia, solo sull’Etna.

Fra le altre specie di uccelli sono stati censiti:

in area altomontana, allodola, calandro, culbianco, monachella, codirossone, sterpazzola di Sardegna, passera lagia;

in area altomontana e in altri ambienti, tottavilla, codirosso spazzacamino, saltimpalo, fanello, zigolo muciatto;

nelle zone boschive, colombaccio, torcicollo, picchio rosso maggiore, pettirosso, tordela, luì piccolo, fiorrancino, codibugnolo di Sicilia (endemico siciliano), cincia mora, cinciarella, picchio muratore, rampichino, rigogolo, ghiandaia, gazza, cornacchia grigia e due specie che, in Sicilia, nidificano solo sull’Etna, crociere e lucherino.

Sulle pendici, legati alla macchia mediterranea: cappellaccia, usignolo di fiume (corsi d’acqua), occhiocotto, averla capirossa, passera mattugia, strillozzo.

Popolano i cieli dell’Etna anche usignolo, passero solitario, merlo, sterpazzolina, capinera, cinciallegra, passera sarda, verzellino, cardellino, zigolo nero, ballerina bianca, codirosso, sterpazzola, coturnice.

Mammiferi

In gran parte notturni, inglobano specie rare o difficilmente osservabili.

Fra gli insettivori ritroviamo il riccio, nel quale ci si può imbattere con facilità; il mustiolo, un piccolo toporagno, il più piccolo fra i mammiferi; la crocidura sicula, che è un altro toporagno.

Fra i chirotteri si ritrovano rinolofo maggiore e rinolofo minore, orecchione, nottola, molosso del Cestoni, pipistrello albolimbato, vespertillo maggiore, miniottero.

Fra i lagomorfi sono presenti il coniglio e la lepre.

Fra i roditori, il ghiro ed il quercino della famiglia dei gliridi; l’arvicola di Savi (fra i microtidi); il ratto nero, il topolino delle case, il topo selvatico (fra i muridi); l’istrice (fra gli istricidi).

Fra i carnivori la volpe (canidi), molto diffusa e facile da osservare anche nei pressi di ristoranti e strutture ricettive. La donnola (mustelidi), il carnivoro più piccolo, è presente un po’ in tutti gli ambienti dai campi coltivati all’area montana.

Il gatto selvatico (felidi), unico felino selvatico nella fauna italiana, ha abitudini crepuscolari e notturne e predilige le aree inaccessibili; la sua frequentazione è segnalata nel bosco di Maletto.

Invertebrati

Sono un vero e proprio esercito e svolgono una funzione essenziale per l’ecosistema. Fra essi ricordiamo l’aurora dell’Etna, una farfalla endemica presente in Sicilia e Calabria.

Deve il nome alla macchia arancione, sulle ali gialle, che ricorda il sorgere del sole, ovvero l’aurora.

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