Tra le rocce vulcaniche, attorno vecchi casolari, sui campi, si aggira con il suo verso gracchiante cià cià cià* la Taccola (Corvus monedula, Linneo 1758), per questo in dialetto “ciàula”, un passeriforme della famiglia dei corvidi. Il nome comune deriva dall’antico alto-tedesco “tache”, mentre il nome scientifico “monedula” risulta dalla somma di due parole latine: “moneta” + “edulis”, cioè mangiatrice di monete, con riferimento alla credenza secondo cui i corvidi siano attirati dagli oggetti metallici.
La Taccola, presente nell’Eurasia, qui fotografata è stata inanellata da Renzo Ientile; abituata alla presenza umana nel periodo trascorso prima della liberazione; è tornata alcuni giorni dopo in compagnia di un altro esemplare – come per farci conoscere la nuova coppia formatasi – per poi non tornare più.
Foto di Grazia Muscianisi – Pro Natura Catania e Ragusa
La Taccola è lunga 34-39 cm con il piumaggio nero lucido con il capo grigio e gli occhi sono color bianco argenteo. Vive in coppia e si inserisce in stormi anche molto numerosi, il cui “ordinamento” venne studiato e spiegato dal grande etologo Konrad Lorenz; per es.: ci sono coppie dominanti e altre coppie sottomesse che hanno un ruolo subalterno nell’alimentazione. La sua dieta è molto varia, dagli insetti alle uova di piccione, dai rifiuti alimentari ai pesci che si rinvengono sulle spiagge. Nidifica in strette cavità, realizzando una coppa con rametti, piume, pelli, plastica, ecc. Le sue uova sono lucide e di colore azzurrino.
*Ascolta il verso della Taccola dal sito www.canto-uccelli.it