«Quei rifiuti erano all’interno dei confini del Parco dell’Etna»

Meglio Parco che sporco 2015 al Rifugio Citelli in territorio di Sant'Alfio
Meglio Parco che sporco 2015 al Rifugio Citelli in territorio di Sant’Alfio (repertorio)

Lettera a Etnalife e a Meridionews dei turisti trevigiani autori dell’ormai nota denuncia sull’immondizia “Amatevi di più”, che replicano al Presidente dell’ente Marisa Mazzaglia

Buongiorno a tutti,
siamo Giada Pastore ed Enrico Zeffiro, i due turisti trevigiani autori del post pubblico su Facebook di sabato 11 giugno 2016 (ore 12.25) e della PEC di pari data (ore 12.26) inviata ad una moltitudine di Enti Pubblici ed Amministrazioni.
Interveniamo nuovamente dopo aver letto su www.catania.meridionews.it e wwww.etnalife.it le dichiarazioni attribuite alla Presidente dell’Ente Parco dell’Etna D.ssa Maria Antonietta Mazzaglia con riferimento alla nostra lettera aperta, in quanto desideriamo replicare e precisare alcune cose.

1) In un articolo di www.catania.meridionews.it del 15.06.2016 leggiamo che la D.ssa Mazzaglia riferisce di aver ricevuto, oltre alla nostra, un’altra email identica firmata dal Sig. Simone Cecchini, che non conosciamo, commentando la cosa in questo modo: “Pur trovando la coincidenza molto singolare, non mi accingo a nessun commento, credo che i lettori siano in grado meglio e più di me di comprendere l’arcano”.
Nello stesso articolo la redazione di www.catania.meridionews.it aveva evidenziato la veridicità ed autenticità della nostra email (inviata con PEC ad ufficiostampa@parcoetna.it), suggerendo anche le modalità per verificarle: bastavano il controllo cronologico di data e ora delle due email ricevute dall’Ente e un rapido giro su Facebook per accorgersi che io ed Enrico Zeffiro esistiamo davvero e il nostro post pubblico su Facebook era il primo.
Sennonché, in un articolo di www.etnalife.it del 24.06.2016, leggiamo che la D.ssa Mazzaglia ha definito la nostra lettera «quanto mai una stranezza, per il fatto che lo stesso testo, ma a firma di un’altra persona, era stato recapitato alla mail dell’Ente Parco qualche giorno prima, e alla quale avevo personalmente risposto, chiedendo anche l’ubicazione esatta del sito di rifiuti abbandonati».
Ora, comprendiamo che non sia compito della Presidente dell’Ente Parco dell’Etna investigare sull’origine delle comunicazioni ufficiali che riceve, ma certamente è per lei doveroso non fare insinuazioni sgradevoli senza avere elementi seri che le supportino…. anche perché poi si rischia di essere smentiti facilmente.
La spiegazione della doppia email è la più semplice possibile: il sig. Cecchini avrà condiviso quanto da noi scritto e avrà ritenuto di inoltrare una identica email a suo nome. Tutto qui, nessun “arcano”.

2) Stupisce che la D.ssa Mazzaglia abbia deciso di replicare con email proprio al sig. Cecchini, che ovviamente ha scritto all’Ente Parco dopo di noi…. Comunque, lei gli ha chiesto di geolocalizzare le fotografie.
Naturalmente il sig. Cecchini non poteva essere in grado di indicare i siti fotografati, ma noi sì.

3) Proprio a proposito del luogo in cui sono state scattate le nostre foto, l’autore del succitato articolo di www.etnalife.it afferma che “si è saputo poi che il luogo fotografato non rientra nei confini del Parco dell’Etna”.
Non sappiamo da chi e come ciò “si è saputo”. Però non è vero, quei luoghi erano all’interno del Parco. Noi possiamo indicare le precise coordinate geografiche di ciascuno scatto grazie alla geolocalizzazione effettuata dai nostri smartphone: gli exif delle nostre foto smentiscono il dato raccolto dal giornalista, e siamo ben disponibili ad un confronto. Anche facendo finta che i punti fotografati si trovino fuori dal parco, questo sarebbe comunque irrilevante, visto che nel nostro intervento abbiamo parlato di fotografie “esemplificative” di uno stato diffuso, visto che il Parco tempo fa aveva censito la presenza di circa 200 discariche nel suo territorio e visto che per ripulire il Parco si rende necessario promuovere l’intervento di volontari.

4) La Presidente del Parco ritiene si possano combattere attivamente battaglie ambientaliste “senza necessariamente mortificare i tanti siciliani onesti e rispettosi delle regole e dell’ambiente con un ‘Vergogna!’ che certamente non meritano”.
È ben lungi da noi voler generalizzare accusando tutti i Siciliani, questo è ovvio. Quindi, procedere ad una difesa d’ufficio dei siciliani rispettosi è superfluo. Non si può nascondere, però, che il problema è diffuso. Certo, abbiamo voluto richiamare anche il senso della vergogna. È proprio l’assenza di vergogna che ha portato a quello scempio, o no? Provare vergogna è la nostra salvezza. Abbiamo concluso con l’appello all’orgoglio siciliano ed una affettuosa esortazione ad amarvi di più. Per fortuna, migliaia di amici Siciliani hanno ben compreso il senso della nostra denuncia, dimostrandoci in vario modo condivisione ed apprezzamento.

5) La D.ssa Mazzaglia invita il sig. Cecchini a mettere in atto comportamenti concreti e non solo appelli mediatici, inoltrando la denuncia al Corpo Forestale dello Stato.
Non sappiamo il sig. Cecchini, ma noi, invece, alla Forestale abbiamo scritto. Ovviamente non indicando i siti con precisione, visto che come detto si trattava di esempi e che qualsiasi ispezione a campione della Forestale può individuare situazioni come quelle. La nostra non era una denuncia riferita a quella discarica o a quella ginestra, ma ad uno stato generale dei luoghi. Il senso della nostra email – evidentemente sfuggito alla Presidente dell’Ente Parco – era un appello alle Istituzioni, ai cittadini e all’orgoglio siciliano ad amare e rispettare di più la vostra splendida terra, che è anche la nostra splendida terra.

6) La D.ssa Mazzaglia precisa che l’Ente Parco non ha compiti di raccolta e smaltimento rifiuti.
Premettiamo che questa non ci sembra una buona ragione per non indirizzare anche all’Ente Parco una denuncia sullo stato di degrado del Parco stesso, tanto più che è attivo nel promuovere iniziative di volontari per combattere il fenomeno.
In ogni caso, a scanso di equivoci, elenchiamo di seguito tutti gli indirizzi cui abbiamo mandato la nostra PEC in quanto soggetti direttamente o indirettamente interessati, inserendo tutti gli indirizzi nella casella “A:” proprio perché a ciascuno fossero visibili gli altri destinatari (nel nostro post pubblico su Facebook del 11.06.2016 l’elenco era stato ridotto per amore di sintesi):
(segue elenco di mail che omettiamo)

7) Concludiamo con un’osservazione: se la D.ssa Mazzaglia ha risposto, seppure alla mail del sig. Cecchini, ad oggi nessun altro ha riscontrato la nostra PEC, fatta salva la comunicazione di avvenuta protocollazione da parte di qualche Comune.
Sperando di aver chiarito origine, spirito e contenuti dell’intervento del giorno 11 giugno 2016, salutiamo cordialmente e auguriamo a tutti buon lavoro.

Giada Pastore ed Enrico Zeffiro

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