Sugghiata #20: Sotto cieli magnifici

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Quello che vi fotte è l’equilibrio dell’età adulta. E’ così, fatevi servire.
Pensate un po’ se stanotte, sul vostro cuscino, vi arriveranno i sogni filtrati dalle paure: di invecchiare, di imbruttirvi, di ammalarvi. Se arrivassero zitti zitti e s’infilassero nel vostro respiro, dentro, giù, fino al battito e giù ancora nell’imbuto della coscienza e infine si posassero calmi sulla pelle dell’anima. Pensateci, come vi svegliereste domani.

Ve lo dico io. Sfilate le paure come una muta da sub, mettereste al Sole la stessa risata di quando eravate senza nessun equilibrio, quando gli adulti li vedevate vecchi, e l’unica grande paura si chiamava buio. E incomincereste la giornata con uno scherzo ai clienti o la voglia di giocare in ufficio, dareste slancio a una canzone che vi sale e la cantereste beatamente, e rispondereste così al cellulare: “scusa, devo cantare con urgenza, ti richiamo dopo”. Citofonereste a un amico e lo smuovereste con le buone o con le cattive, per andare a mangiare un gelato insieme e raccontargli di quel tarlo che avete dentro, che non vuole sentire di andar via. Prendereste vostro figlio e lo sbalordireste con quelle piccole follie che conoscete meglio di chiunque altro, ma non fate più da quarant’anni.

Vostra moglie? E’ lì accanto a voi, già stasera, già adesso. Potreste fare una pazzia subito, giusto per dimostrare ai vostri brutti sogni che devono imparare a temere la realtà che volete. Potreste avvicinarla, guardarla negli occhi e chiedere piano come stai? O magari un’altra domanda pazzesca. O magari nulla, solo prenderla per mano e in silenzio invitarla a ballare a piedi scalzi nel buio – paura! –, con la notte che guarda dalla finestra aperta. E lei potrebbe lasciarsi andare, potrebbe azzardare anche un soffio di seduzione, qualcosa di antico e ripreso e sorriso solo per il suo uomo. Potrebbe crederci ancora, al suo uomo. A patto che, tutti voi donne e uomini, prendiate a calci ogni parvenza di equilibrio, con la scommessa che nessuno si farà del male, anzi.

Credetemi e fatevi servire.
Non sono un mago. Ma il fatto è che da quassù, io vedo quello che a voi sfugge. E’ questione di prospettiva e di aver imparato a danzare sul bordo di crinali e notti limpide di estati come questa, sotto cieli magnifici.


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