Comuni di Nicolosi e Linguaglossa e Collegio Guide alpine e Vulcanologiche Sicilia: condanna di comportamenti irresponsabili e rassicurazioni riguardo alla fruizione della zona sommitale dell’Etna

A seguito degli eventi del 2 giugno 2025 avvenuti sul vulcano Etna, i Comuni di Nicolosi e Linguaglossa e il Collegio Guide alpine e Vulcanologiche Sicilia intendono condannare gli avventori irresponsabili, così come inutili allarmismi e fake news, e rilanciare con la richiesta di regole e di un tavolo tecnico

Il 2 giugno scorso, a seguito del passaggio a livello di allerta F2 del sistema ETNAS, alle ore 05.35 il Dipartimento della Protezione Civile comunicava agli enti e ai soggetti interessati che veniva attivata la fase operativa locale di “ALLARME”, che comporta per tutti il divieto di accedere alla zona sommitale dell’Etna (individuata dalla quota 2500 metri). Malgrado questo, quel giorno molti escursionisti si trovavano all’interno della zona sommitale: è verosimile che con loro ci fossero anche alcune Guide alpine e Vulcanologiche e alcuni vettori, che avrebbero contravvenuto così alle ordinanze e alle raccomandazioni del Collegio delle Guide siciliane. Questi fatti hanno dato vita a una campagna mediatica che ha generato informazioni errate e accuse infondate nei confronti dell’operato dei Comuni e del Collegio e delle sue Guide. Da qui la necessità degli enti scriventi di prendere risolutamente le distanze da tali comportamenti sconsiderati, ma anche da inutili allarmismi e fake news con ricadute immotivate sull’intero territorio.

Il comportamento sbagliato di pochi non deve in alcun modo rovinare quanto di buono si sta facendo per e su l’Etna. In primo luogo la promozione di un turismo sostenibile, di qualità e sicuro. La collaborazione fra i Comuni e il Collegio è volta a garantire alti livelli di qualità e sicurezza dei servizi e dell’accompagnamento su tutti versanti del vulcano. In particolare, sui versanti nord e sud insistono le principali vie d’accesso alla zona sommitale data la presenza degli impianti di risalita e dei pulmini 4×4. Su di essi si concentra il maggior numero di persone che visitano l’Etna e vengono accompagnate nella zona sommitale generando un flusso turistico molto importante per l’economia della regione. 

DICHIARAZIONI:

«Sappiamo che l’Etna è il Vulcano attivo, più monitorato al mondo e grazie al sistema ETNAS si hanno costantemente notizie sulle variazioni dei parametri monitorati con alert che precedono eventuali parossismi del vulcano – spiega Angelo Pulvirenti Sindaco di Nicolosi -. Grazie infatti a un alert specifico di lunedì 2 venivano sospese le attività escursionistiche così come viene ormai fatto di routine da quando il DRPC ha implementato tale sistema di allertamento precoce (Early Warning). Purtroppo però nel pomeriggio abbiamo assistito invece al proliferare di notizie, filmati e trasmissioni televisive che hanno generato un clima di estremo pericolo, non solo per i turisti ma addirittura anche per gli abitanti dei Comuni pedemontani. Tali notizie allarmistiche hanno determinato un grosso danno per i nostri operatori economici e della ricettività turistica, danno testimoniato dalle numerose disdette delle prenotazioni. Non è assolutamente accettabile che i media, in argomenti così delicati, si lancino in spettacolarizzazioni senza approfondire i fatti, interpellando i vari professionisti che lavorano ogni giorno e a diverso titolo sul vulcano.  L’Etna va vissuta, visitata e fruita con consapevolezza, affidandosi alle Guide alpine e vulcanologiche che grazie al loro bagaglio professionale da sempre accompagnano gli escursionisti con i più alti standard di sicurezza possibili. Quale Sindaco di Nicolosi resto indignato per quanto accaduto e per come i media hanno gestito l’intera vicenda, desidero esprimere piena solidarietà agli operatori economici danneggiati da tale allarmismo mediatico, tanto dannoso per l’intero comparto turistico dell’Etna. Mi riservo inoltre di valutare ogni utile azione che salvaguardi l’idea di sicurezza e l’immagine turistica del nostro territorio.»

«Il Collegio Guide alpine e vulcanologiche Sicilia sta svolgendo un’indagine interna per appurare se fra i propri iscritti siano presenti Guide che hanno trasgredito l’ordinanza – spiega Cesare Cesa Bianchi, presidente del Collegio siciliano -. Qualora dovessimo individuarne, provvederemo, come di dovere, a sanzionarle. Il Collegio non condivide e prende totalmente le distanze dall’operato dei trasgressori, a maggior ragione se professionisti, in quanto, questo comportamento danneggia l’immagine e la professionalità di tutte le Guide alpine e le Guide vulcanologiche che invece svolgono tutti i giorni con responsabilità, affidabilità e rigore la propria professione».

Al fine di migliore ulteriormente la fruizione coordinata e sicura dell’Etna, il Collegio rilancia l’idea di costituire un tavolo tecnico a cui vuole partecipare per contribuire all’aggiornamento delle procedure di fruizione relative all’accompagnamento guidato sui vulcani e in particolare nelle loro zone sommitali.

«L’accompagnamento nella zona sommitale deve essere regolamentato al fine di garantire fruizione sicura, non interdizione – continua Cesa Bianchi -. Le guide alpine e vulcanologiche, che da sempre operano sui vulcani siciliani, hanno un importante ruolo nel far vivere in sicurezza l’esperienza diretta dell’attività vulcanica. Esso è regolamentato dagli avvisi che arrivano dal DRPC che veicola le informazioni generate dal sistema ETNAS, dalle ordinanze sindacali e, per l’accompagnamento guidato, dal regolamento del Collegio. Negli ultimi vent’anni il numero di incidenti dovuti a eventi vulcanici è stato estremamente limitato. Questo dato evidenzia l’efficacia delle misure di sicurezza adottate dai Comuni e la professionalità delle Guide nel gestire situazioni potenzialmente rischiose.»

Sulla stessa linea il Sindaco di Linguaglossa Luca Stagnitta, che infatti afferma: «I Comuni aderiscono all’idea di costituire un tavolo tecnico che possa determinare, unitamente agli altri enti e organi competenti una puntuale pianificazione delle zone interdette e delle zone fruibile, in aderenza alle indicazioni fornite dal sistema Etnas e dalla Protezione Civile.»

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