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Data

01 Mar 2020
Expired!

Ora

18:00

Costo

Intero 20,00€ / Ridotto 15,00€

Catania. Teatro: “Non Plus Ultras” con Adriano Pantaleo

Continua l’ottava rassegna di Palco Off con Non Plus Ultras, spettacolo nato dall’esigenza di comprendere i meccanismi legati al mondo delle tifoserie ultras italiane 

Per l’ottava rassegna di Palco Off  – Le voci del Teatro- Aut- Attori del nostro tempo, sabato 29 febbraio alle ore 21,00 e domenica 1 marzo alle ore 18.00, presso Zō Centro Culture Contemporanee di Catania, andrà in scena Non Plus Ultras con Adriano Pantaleo, drammaturgia e regia di Gianni Spezzano.

“Il modello di vita dell’Italia non può essere e non sarà mai quello degli ultras violenti degli stadi di calcio, estremisti travestiti da tifosi. Lo sport è un’altra cosa.”

Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L’idea dello spettacolo Non plus Ultras nasce da un evento di cronaca: «Martedì 24 giugno 2014 alle ore 6.00 il cuore di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli di 28 anni ferito il 3 maggio da un tifoso romanista mentre si avviava allo stadio Olimpico per assistere all’incontro Napoli-Fiorentina, ha smesso di battere. Il giovane ragazzo è spirato al policlinico Gemelli dopo 52 giorni di agonia e dopo aver subito sei interventi chirurgici»

Qual è il modello di vita degli Ultras?

Attraverso un’indagine teatrale durata 4 anni, l’Autore ha cercato di dare una risposta a questa domanda. Il modello di vita degli Ultras si racchiude in una sola parola: Mentalità. Cos’è la Mentalità? È una filosofia di vita basata su regole non scritte ma condivise tacitamente da tutti gli Ultras.

Ciro cerca di conquistare la dolce Susanna, figlia del temuto capo Ultras Biagio ‘O Mohicano. La sua strategia è semplice: riuscire, grazie all’aiuto del cugino ultras Salvatore detto Lupin, a introdursi nel mondo della curva e a conquistare la benedizione dal padre della ragazza. Ciro nel tentativo di sedurre resta sedotto, completamente catturato da quella mentalità che sembra dare un senso alla sua vita piatta e monotona che ha sempre detestato.

Cosa vuol dire essere un Ultras? Che responsabilità porta? Che legame corre tra lo stato civile e il movimento Ultras? Che costi ha essere un ultras?

Non Plus Ultra, ovvero “non più oltre”, la scritta che Ercole incise, sulle colonne omonime, per stabilire il limite al quale l’uomo aveva accesso. Qual è questo limite? Ciro lo scoprirà, a sue spese. 

La messa in scena

Il progetto si presenta come un monologo che al suo interno vede sviluppati svariati codici espressivi e drammaturgici. Difatti parte della storia è raccontata in prima persona, in uno stile più classico da teatro di narrazione, mentre un’altra parte ha uno stile performativo.

Ricreando le atmosfere sonore tipiche degli stadi, attraverso l’utilizzo di una ”loop station”, lo spettatore sarà fiondato in prima persona sugli spalti, in quella curva che rappresenta uno spazio di libertà conquistato, faccia a faccia con quel mondo che spesso vediamo solo attraverso i telegiornali o sulla pay per view, comodamente seduti sui nostri divani.

L’utilizzo di alcuni brani tratte dalle opere di Shakespeare (Enrico V, Troilo e Cressida, Coriola- no), adattati al contesto stadio e arricchiti con effetti sonori, riesce a conferire la giusta epicità al fenomeno che volevamo ricreare. Le parole di Enrico, che incita i suoi fratelli a combattere al suo fianco nella battaglia di San Crispino, si confondono, si mischiano, si perdono per poi emergere riconoscibili nel flusso: non sappiamo più dove finisce il poeta e dove inizia l’ultras.

Altro elemento importante è lo stile narrativo: strizza sempre l’occhio alla narrativa inglese. Il lessico ricercato si mischia a un italiano-regionale creando un effetto in alcuni punti straniante. Da una parte l’intento è quella di omaggiare la terra in cui il fenomeno Ultras nasce, l’Inghilterra, dall’altra è disancorare dal territorio alcuni concetti, tipo quella della Mentalità, che invece non hanno confini e abbracciano una comunità ramificata in tutta Europa e oltre.


Adriano Pantaleo, classe ’83, attore. Esordisce da giovanissimo nel cinema con Ci hai rotto papà di Castellano e Pipolo e con Io speriamo che me la cavo, indimenticabile film di Lina Wertmüller. Il personaggio che lo ha lanciato definitivamente nell’olimpo dei bambini prodigio è stato senza dubbio Spillo, l’adorabile bambino affetto da nefrite cronica,nelle due stagioni della miniserie Amico mio con Massimo Dapporto. Si è laureato all’Università Sapienza di Roma, in Arti e Scienze dello Spettacolo.Ha studiato con grandi artisti ed esperti del settore, del calibro di Nikolaj Skorik e Anton Milenin, Ferruccio Di Cori, Francesco Nicolini, Emma Dante e molti altri.

Dal 2008 al 2011 prende parte alle tre stagioni della serie tv Tutti pazzi per amore.

È uno dei fondatori della compagnia Nest -Napoli Est Teatro, che ha coproduzione insieme al Teatro Stabile e dal 2013 cura e firma la direzione artistica del Nest Napoli est Teatro.