Due parole senza botti

Come ogni anno nel periodo di maggio, in particolare intorno alla prima settimana del mese, a Trecastagni si festeggia il Santo Patrono e, come ogni anno, si risolleva lo stesso problema: i fuochi d’artificio. Sono ben consapevole che i fuochi siano pagati dai cittadini, tramite le offerte, e non dal Comune, dunque, non potendo rivolgermi all’amministrazione, che può solo dare il consenso a procedere, mi rivolgo direttamente a noi cittadini.

Cari noi, mi domando perché ancora nel 2025 ci ostiniamo ad utilizzare fuochi d’artificio rumorosi, quando già da anni si parla di alternative più eco-sostenibili, quali i fuochi d’artificio silenziosi, che offrono un meraviglioso spettacolo visivo, ma non generano quell’assordante rumore, o ancora i droni, che già sono ampiamente usati in altre città italiane ed europee, o ancora i laser.

Nell’arco della mia vita, mi è capitato di assistere ai fuochi, e ben consapevole di quanto siano belli da vedere, mi chiedo allora perché non iniziamo a fare dei passi avanti, anziché rimanere impantanati nel “bigottismo”, che ahimè, molti di noi scambiano (o vogliono mascherare) per tradizione. Io vivo al centro del paese e, come tutti gli anni in questo meraviglioso periodo in cui la primavera sboccia con prorompenza, mi emoziono sempre a guardare, affacciata dal balcone, i rondoni e le rondini che affollano i cieli, rincorrendosi tra di loro e rintanandosi in anfratti artificiali, quali i buchi nei muri delle case e gli spazi sotto le tegole dei tetti. Anche se agli occhi più distratti non pare, il paese pullula di fauna selvatica: si possono scorgere passeri, ghiandaie, gazze, merli, colombacci, tortore, upupe, e anche rapaci, quali gheppi, poiane (nelle zone con meno abitazioni), barbagianni e allocchi, stupendi rapaci notturni che molto spesso nidificano nei sottotetti o nelle case abbandonate (come la famosa “Casa del Principe”, che si trova a pochi passi da Piazza Marconi).

Ovviamente, tanta è la fauna selvatica quanto quella domestica, rappresentata in prevalenza da cani, gatti e pappagalli di varie specie. Ora, è più che risaputo che i fuochi d’artificio causino danni enormi alla fauna domestica e selvatica. Solo i botti di Capodanno (che durano una sola sera) ogni anno uccidono una media di 5000 animali, per non parlare di quanti di loro scappano via terrorizzati per non far più ritorno. Tantissime volte ormai mi è capitato, mentre giravo nelle strade del paese dopo la festa patronale (che complessivamente dura per 1 settimana intera, anche se il giorno effettivo è uno solo) di scorgere sui marciapiedi cadaveri di animali, prevalentemente uccelli, morti per la paura. Inoltre, in questo periodo la maggior parte delle specie di uccelli elencate prima, sta covando le uova, e in alcuni casi i pulcini sono già nati. A causa dei botti, moltissimi animali, terrorizzati dal rumore improvviso e alquanto disturbante, scappano, abbandonando il nido, molte volte senza ritornarci più. Ci rendiamo conto di cosa succede se in quel nido ci sono già le uova o, addirittura, i pulcini? Per non parlare degli animali domestici, la stragrande maggioranza terrorizzata dai rumori forti improvvisi, che per la paura muore letteralmente (chi di noi ha un cane o un gatto sa di cosa parlo). Cani e gatti che scappano via presi dal panico, rischiando anche moltissime volte di essere investiti e di causare, di conseguenza, gravi incidenti stradali.

A tal proposito, mi sembra necessario raccontare un episodio che ha riguardato il cane di un mio amico, il quale, spaventato dai botti di Capodanno, ha tentato di scappare saltando la recinzione della casa, ed è rimasto infilzato in uno degli spuntoni di ferro, morendo. Ancora un’altra testimonianza di una mia ex compagna di classe che faceva equitazione. Il giorno di Santa Lucia si trovava in maneggio e stava montando il cavallo in campo. Non appena sono scoppiati i fuochi, l’animale si è giustamente terrorizzato ed ha scaraventato a terra la ragazza, che per la caduta si è rotta il bacino. Potrei elencarne altri, di fatti del genere, ma spero che questi due possano essere sufficienti per inquadrare correttamente la questione. 

Vogliamo parlare anche dei bambini piccoli o dei neonati? Abbiamo certamente idea di quanto si possano spaventare sentendo questi rumori così intensi! E le persone, grandi o piccole che siano, con disabilità? Persino alcune persone anziane sono disturbate dai fuochi, e qui mi vengono in mente le mie nonne, nate a cavallo tra anni ’20 e ’30, che non riuscivano a tollerare quei botti perché gli ricordavano i bombardamenti del periodo della guerra.

Ricordo inoltre che, quando i fuochi vengono sparati, rilasciano nell’atmosfera una enorme quantità di sostanze chimiche tossiche, quali anidride solforosa, monossido di carbonio e anidride carbonica (abbiamo presente quella nube che si crea non appena iniziano i botti? Ecco, non è certamente salutare respirare quella roba). Inoltre, i botti causano un aumento massivo dei livelli di smog, soprattutto di polveri sottili (PM10) e PM2.5, le quali possono rimanere nell’atmosfera per ore o giorni, a seconda delle condizioni meteorologiche.

Vorrei sottolineare che non stiamo parlando di una sola sera nell’arco di un anno, parliamo invece di un’intera settimana di botti che vengono sparati sia di sera che di giorno (solo per il patrono, pensiamo poi a ogni singola altra festa che si celebra nell’arco di 365 giorni: Natale, Capodanno, Pasqua, la stessa ottava del patrono, Ferragosto… per citare quelle più famose).

Ora, dopo tutte queste considerazioni mi chiedo, dato anche il periodo di crisi climatica sconvolgente che stiamo vivendo che sta portando ad una gravissima e massiva perdita di biodiversità: perché non investire i soldi raccolti dai noi cittadini in alternative più eco-sostenibili? Perché non possiamo agire anche nell’interesse dell’altro, affinché lo spettacolo sia apprezzato veramente da quanti più abitanti possibili? È davvero così inimmaginabile accogliere queste proposte? Cerchiamo di guardare al di là del nostro orticello e dei nostri interessi, e ora più che mai, rendiamoci conto di quanto le nostre azioni possano impattare enormemente sull’ambiente in cui viviamo. Non sarebbe più bello se questi stupendi spettacoli visivi non causassero terrore, morte e disturbo agli animali e alle persone? Oggi nel 2025, possiamo senz’altro provare ad essere più consapevoli, sensibili ed empatici, che ce ne sarebbe davvero bisogno in questo periodo di grandi cambiamenti e scelte importanti.

Laureata in biologia, specializzanda in etologia.
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