“Diversamente speleo”, la natura senza barriere

 

Arcangelo Signorello incontra Giuseppe Priolo, direttore del Gruppo Grotte CAI, che illustra il progetto che permette alle persone con handicap l’esplorazione in grotta

Inizia con questo articolo la collaborazione di Arcangelo Signorello con Etnalife. Una collaborazione particolarmente significativa per il nostro portale, che ritiene di primaria importanza garantire la piena fruibilità di ogni luogo del nostro vulcano e del suo incomparabile patrimonio scientifico e naturalistico, che dovrà, nel tempo, diventare totalmente accessibile alle persone con handicap. Esempio principe, da prendere a modello per il territorio, è il Sentiero Natura del Lago Gurrida (attualmente  in via di ristrutturazione), attrezzato per accogliere gli escursionisti diversamente abili.
Arcangelo incontra Signorello dopo la sua esperienza in grotta, narrata nella galleria fotografica.

Vogliamo concederci un omaggio esclusivo. Siamo con Giuseppe Priolo, Direttore del Gruppo Grotte CAI (Club Alpino Italiano) di Catania e braccio operativo catanese del progetto nazionale “Diversamente-Speleo” che permette alle persone con handicap, anche grave, di godere delle meraviglie di questa attività.

Giuseppe Priolo, Direttore del Gruppo Grotte CAI Catania
Giuseppe Priolo, direttore del Gruppo Grotte CAI Catania

D. Giuseppe, “Diversamente speleo” è un progetto a carattere nazionale, ci piacerebbe che tu ci raccontassi chi ha avuto l’idea di fare accostare i portatori di handicap a questa disciplina.
R. “Diversamente Speleo” nasce dalla felice intuizione di un gruppo di speleologi che hanno scelto di condividere la propria esperienza con amici che, per vari motivi, non avevano mai potuto autonomamente affrontare le difficoltà e godere del fascino del mondo ipogeo. Se vuoi dei nomi ti consiglio di dare un’occhiata al sito diversamentespeleo.org.

Nella sede catanese, quanti sono gli iscritti ? E in Sicilia?
Se ti riferisci ai soci del Gruppo Grotte Catania del Club Alpino Italiano posso dirti che siamo una settantina, un bel numero di uomini e donne (più o meno giovani se consideri che andiamo dai 14 agli 80 anni) che nel tempo libero amano lasciare le loro impronte nelle grotte di mezzo mondo. In Sicilia gli speleologi saranno circa 250, pochi ma buoni!

Quando hai sentito di poter condividere l’esperienza della speleologia con i disabili?
Abbiamo visto l’attività organizzata da Matteo Turci, uno speleo di Forlì, insieme a due gemelli costretti sulla sedia a rotelle ma dotati di un’energia fuori dal comune. Stimolati dalla nostra socia Alessandra Geraci abbiamo provato a fare qualcosa di simile; il risultato l’hai potuto vedere anche tu, siamo al terzo anno di “Diversamente Speleo” in Sicilia e sicuramente continueremo.

Per un volontario che desidera intraprendere questa attività, in linea di massima, che tipo di preparazione occorre?
In primis deve essere uno speleologo, perché muoversi agevolmente in grotta è la condizione necessaria per poter condurre chi non c’è mai stato, per assisterlo nella massima sicurezza e trasmettergli le nozioni che fanno parte del nostro bagaglio. In realtà ti confesso che secondo me quello che è ancor più importante è la voglia di voler condividere il gusto di andare in grotta, di volerlo condividere con tutti.

Di norma, quali sono le pratiche necessarie per potere rendere accessibili questi siti alle persone con handicap?
Le grotte non sono modellate da madre natura a misura d’uomo, spesso anche quelli che, con un termine direi osceno, vengono definiti “normodotati” hanno grosse difficoltà a muoversi in grotta. Per poterti accompagnare abbiamo dovuto “preparare la strada”, con una serie di ricognizioni e prove di manovra abbiamo reso più agevole il percorso e consentito a te e ai ragazzi che erano con noi di potersi muovere in sicurezza. È evidente che non tutte le grotte sono adatte a questo tipo di attività, però “volere è potere!”.

In Sicilia, quanti siti fruibili abbiamo?
Non saprei risponderti con esattezza. Sino ad oggi noi abbiamo utilizzato tre grotte diverse, due vulcaniche e quella in cui sei stato che è una grotta carsica. Il prossimo appuntamento ci piacerebbe farlo alla grotta Monello, sempre in provincia di Siracusa, coinvolgendo te e Francesco, un caro amico, ormai speleologo provetto, che patisce qualche piccolo handicap.

Nelle esplorazioni in grotta sono presenti anche i bambini; in un contesto particolare come “’Diversamente-Speleo”, la loro partecipazione quanto è significativa?
Noi normalmente accompagniamo in grotta i bambini, quelli che erano con noi sono dell’Alpinismo Giovanile del nostro sodalizio. In realtà era la prima volta che li coinvolgevamo in questa tipologia di attività ma le impressioni che abbiamo raccolto sono state positive, inoltre i bambini non hanno i “problemi” dei grandi nel relazionarsi, sono più “puliti” e quindi si comportano come farebbero in qualsiasi altra circostanza.

Nelle grotte, a differenza del caos cittadino, si può godere il piacere del silenzio. Ci descriveresti cosa significa per te il silenzio?
Caspita, non so se riesco a esprimere cosa è per uno speleologo il silenzio. Considera che silenzio e buio sono le cose che maggiormente fanno paura all’uomo, riuscire a dominare queste paure ti consentono di leggere al meglio dentro te stesso, ti aiuta a mettere ordine nel caos che normalmente la vita inocula nella nostra mente. Io ho bisogno del silenzio della grotta, mi ricarica le batterie e mi consente di affrontare una settimana di lavoro con rinnovata energia.

L’Etna è entrata a far parte del patrimonio ‘Unesco’; da appassionato di ecologia, cosa ti aspetti in merito?
Non ho grandi aspettative, l’Etna è uno scrigno colmo di gioielli che madre natura ci ha donato, peccato che per dare il giusto valore ai gioielli ci vuole un esperto e i catanesi in materia siamo veramente dei dilettanti. Mi piacerebbe che si iniziasse a costruire nei giovani una corretta cultura dell’ambiente, è l’unica strada per preservarlo, mi piace ricordare la frase: “Non abbiamo ereditato la Terra dai nostri padri ma l’abbiamo in prestito dai nostri figli”, non credi che sia quanto mai veritiero?

Con pudore ci va di ”giocare” con gli affetti personali. Sull’Etna c’è una grotta o un luogo al quale sei più affezionato?
Angelo non so risponderti. Per me l’Etna è un continuo scoprire, non saprei indicarti una grotta o un particolare luogo, però sono certo che la prossima grotta in cui entrerò per la prima volta sarà, per quell’attimo, un luogo speciale; la successiva avrà lo stesso fascino.

Una bella metafora riportata da Andrea Camilleri distingue gli uomini in pesci di mare aperto, quindi in perenne viaggio, e pesci di scoglio che nonostante il gusto dell’esplorazione rimangono attratti da mari che conoscono già e nei quali ritornano. Tu, andando per grotte, a quale tipologia di pesci credi di somigliare?
Vedi io sono sicuramente più un “pisci ‘i scogghiu”, da giovane sono andato via dalla Sicilia ma ci sono tornato per restare nel 1991 e ne sono felice, non era nostalgia di casa, ho scelto di spendere le mie energie nella mia Sicilia e per la sua gente. Però se devo limitare l’ambito alle grotte, la similitudine cambia, non mi sazio mai di voler vedere grotte nuove, quindi in questo caso mi sento più un grosso pesce pelagico, un vecchio tonno che spera di poter un giorno lasciare qualche pillola di saggezza al Pinocchio di turno.

Adesso consentimi di farti una domanda, in tre parole come definiresti la tua prima volta in grotta?
“Familiare”, nonostante io non conoscessi la maggior parte dei volontari;  “rilassata”, nonostante l’audacia dell’ impresa; “irreale”, nonostante la tangibilità di luoghi e persone.

Arcangelo Signorello

(31 gennaio 2015)

ARCANGELO SIGNORELLO è affetto dalla nascita da una forma di tetraplegia atetosica con assenza di linguaggio e gravi difficoltà motorie che interessano tutto il corpo. Per un primo approccio alla comunicazione ha seguito sin da bambino percorsi alternativi al linguaggio scritto e parlato, prima a casa con il metodo DOMAN e poi al Consorzio Siciliano di Riabilitazione di Catania (C.S.R.) con il metodo dei BLISS-SIMBOLI e altre modalità di Comunicazione Aumentativa Alternativa (C.A.A.). Dalla fine degli anni ’80 usa un normale computer dotato di un accesso alternativo per scrivere e ascoltare tramite un apposito programma di videoscrittura a scansione e una tabella alfabetica in plexiglass trasparente per la comunicazione immediata.
Collabora con diverse testate locali ma la sua vera passione è la poesia.

Ha pubblicato:
“COME UN BAMBU’ ” – poesie, favole, riflessioni, edito A.R.C.A. Mascalucia (Catania) prima edizione 1998. Per questa opera ha ricevuto una Menzione Speciale al “Premio Letterario Nazionale Nino Martoglio”. Belpasso (CT);
“AD UN PASSO DAL CUORE” (Il Testimone) 2004, una raccolta di poesie inedite curata dal Comune di Ficarazzi (PA) e presentata in occasione del conferimento della Cittadinanza Onoraria dal suddetto Comune;
“SCAVANDO EMOZIONI” raccolta di poesie pubblicata nel 2005 a cura dell’autore;
“IM-POSSIBILE CON-TATTO?”, ENNEPILIBRI editore, 2008.
“SULLE ORME DEL DELFINO”, di prossima pubblicazione.
Ha ricevuto importanti riconoscimenti tra cui quello della “Ecole Secondaire des Sources Lake Dollard des Ormeaux” del Quebec (Canada).

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