“Decreto Agosto”: aggiornata la legge che guida l’operato del Soccorso Alpino e Speleologico


Conferenza stampa del Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico d’Incà, e della Direzione del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. “Risultato importante, saremo ancora più vicini alla gente e ai frequentatori della montagna”

“Abbiamo ottenuto un risultato importante: investire nella sanità e nella sicurezza, con maggiori strumenti per chi opera in un ambiente estremo come la montagna”. Non hanno dubbi il Ministro per il Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà e il Presidente del Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), Maurizio Dellantonio, che hanno presentato oggi alla stampa la riforma della legge principale che governava l’operato del CNSAS. Un provvedimento approvato nei giorni scorsi dal Parlamento, strettamente legato anche all’emergenza Coronavirus che sta vivendo il Paese, che impone investimenti e particolare attenzione all’intero comparto della sanità e dell’emergenza. “Devo ringraziare fortemente il Governo ed il Ministro D’Incà”, ha voluto sottolineare in apertura di conferenza Dellantonio, “hanno seguito con competenza e attenzione l’intero iter, dando maggiori strumenti per il nostro Corpo e di conseguenza maggiore sicurezza per l’Italia”.

LE MODIFICHE APPORTATE DALLA NUOVA LEGGE
In sintesi rispetto alla “vecchia” legge (n. 74 del 21 marzo 2001) il nuovo provvedimento, la legge n° 126 del 13 ottobre 2020, propone:

  • l’esplicitazione dell’attività svolta dal CNSAS a favore di soggetti “in imminente pericolo di vita e a rischio evoluzione sanitaria”, oltre che l’attività di “ricerca e al soccorso dei dispersi.” Viene introdotto il principio della “direzione” delle operazioni di soccorso che rafforza e risolve in via definitiva questioni di carattere interpretativo sul soggetto a cui spetti attuare il coordinamento e la direzione di interventi di soccorso limitatamente agli scenari montani e in grotta, oltre che negli ambienti impervi.
  • ribadito lo strettissimo rapporto e interazione con il “Servizio Sanitario nazionale”, prima indicato in modo generico, e con il “Sistema” 118 e “i servizi di elisoccorso”, oltre che con le “Centrali NUE 112”, ancora più centrali nel rapporto che queste strutture devono avere con il CNSAS. Con l’obbligo di stipula di atti convenzionali tra le Regioni e le Province autonome e strutture territoriali di riferimento del CNSAS, finalizzati “a disciplinare i servizi di soccorso e di elisoccorso.”
  • La possibilità di indennizzare particolari figure tecniche, con la modifica del D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, con l’introduzione nella nuova legge del termine “prevalente”: nella totale assenza di lucro che la nostra attività deve continuare a mantenere quale condizione ferma e prevista dalla stessa legge, si legifera uno stato di fatto che da oltre 30 anni è consolidato in taluni settori del CNSAS (es. indennità pertecnico di elisoccorso, istruttoritecnici, ecc. che percepiscono nelle occasioni disservizio attivo, con una media di 3/4 turni al mese). Fermo restando che, al di fuori dei predetti servizi, tutta la restante attività di soccorso deve essere svolta a titolo del tutto gratuito.
  • L’introduzione, riconoscendole ex lege, di sette nuove figure professionali specialistiche del Soccorso Alpino e Speleologico (tecnico di centrale operativa; coordinatore di operazioni di ricerca; tecnico di ricerca; tecnico di soccorso in pista; tecnico disostruttore; tecnico speleosubacqueo; pilota di sistemi aeromobili a pilotaggio remoto) che, attraverso la redazione o aggiornamento dei correlati piani formativi, potranno garantire migliori e più qualificate risposte all’utenza e una più complessiva ed efficace operatività di tutto il CNSAS.
  • Infine, la norma finanziaria con lo stanziamento annuale di 750mila euro per il prossimo triennio, che incontra le particolari necessità di adeguare le polizze assicurative contratte a favore dei soci del CNSAS e di favorire il controllo sanitario a favore degli stessi soci, dando estensione e continuità a tutti i servizi CNSAS.

Il risultato raggiunto per potere strutturare al meglio la legge 74 del 2001 è il frutto di un grandissimo lavoro durante il quale ci siamo confrontati con particolare attenzione – ha dichiarato il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme, il bellunese Federico D’Incà -. Una modifica legislativa che rende ancora più definito il ruolo del soccorso alpino e rappresenta un grande passo in avanti che consentirà a questo corpo di lavorare ancora meglio sui territori. Ritengo che l’opera del soccorso alpino, con i suoi 180 mila interventi, ad oggi, di cui 10 mila solo nel 2019, sia di assoluto rilievo per l’intero Paese. Ringrazio, quindi, tutti i volontari e i membri del Cnsas per la straordinaria attività svolta in questi anni e il ricordo, in particolare, è per tutti gli uomini uomini e le donne del Soccorso Alpino che hanno perso la vita in questi anni durante le operazioni di soccorso, da Sergio Francese ai nostri Angeli del ‘Falco’ caduto nel 2009: a loro va questo riconoscimento. Da parte del Governo continueremo a impegnarci per sostenere il prezioso lavoro del Cnsas”, ha concluso il Ministro.

“Anche in questa occasione desidero sottolineare la buona riuscita di un importante lavoro che abbiamo portato avanti negli ultimi mesi, senza annunci roboanti e con il necessario rigore – ha detto invece Maurizio Dellantonio, Presidente del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – Abbiamo ottenuto – ha proseguito Dellantonio – una riforma sostanziale della Legge 21 marzo 2001, n. 74, una sorta di legge quadro su cui si basa una parte significativa dell’ordinamento di riferimento del CNSAS, che sancisce doveri e responsabilità in capo al personale del CNSAS, ma anche il pieno riconoscimento della nostra organizzazione e delle sue assolute peculiarità. Con cognizione di causa, posso sin d’ora affermare che, nell’ambito delle relazioni istituzionali con gli Enti Locali (Regioni e Province in primis, per il recepimento della disciplina nazionale a livello locale), con il Servizio sanitario e il sistema del 118 (per l’adeguamento di protocolli e procedure) e con le Prefetture (per l’aggiornamento di piani e procedure diverse), tutti i Servizi regionali e provinciali del CNSAS dovranno sentirsi immediatamente impegnati e attivarsi formalmente, assieme al ruolo di sostegno della Direzione nazionale, in quanto questo provvedimento ci permette di reinterpretare e ottimizzare un ruolo ancora più definito e puntuale del Soccorso Alpino e Speleologico.” “Permettetemi a questo punto di ringraziare – ha tenuto a ricordare Dellantonio – per questo risultato Federico D’Incà, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le Riforme, e quanti, ai livelli più alti del Governo e del Parlamento, hanno assicurato il loro sostengo concreto e determinato al Soccorso Alpino e Speleologico: tante persone ci sono state al fianco e lo saranno anche in futuro, senza necessità di citazione e senza clamore.
L’ennesima dimostrazione che l’intero Soccorso Alpino e Speleologico, grazie agli sforzi di tutti i soccorritori, è una realtà apprezzata del nostro sistema Paese e sistema Autonomie Locali.

Fabio Bristot Rufus, membro della Direzione nazionale che ha lavorato all’unisono con il Ministro D’Incà e, ovviamente, con lo stesso Dellantonio, ha sottolineato “come la legge di riforma della ‘74’ fosse attesa da vent’anni, motivo per il quale ringraziare il Ministro D’Incà è, ma diventa anche in questo caso un piacere autentico e non solo scontata prassi istituzionale. Il lavoro che ha svolto D’Incà nel corso di due mesi davvero tosti ha, infatti, dimostrato la sua notevole capacità di relazionarsi propositivamente con vari i soggetti istituzionali, senza rinunciare alla determinazione e senza esitare nell’andare decisamente avanti anche quando gli ostacoli che, via via si presentavano innanzi, sembravano fossero insuperabili e per questo motivo di rinuncia.” “Un traguardo – ha concluso Bristot – che è in realtà una nuova partenza per tutto il CNSAS, perché quando si effettua una riforma, da una parte si devono tenere saldi i principi iniziali, dall’altra se ne devono aggiungere degli altri: saper porre in essere un nuovo patto con il futuro e saper attuare compiutamente il principio della sussidiarietà verticale che trova nel CNSAS un esempio davvero significativo.

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