Quelli delle lettere nella grotta

Fatemelo scrivere chiaro e tondo: voglio esprimere tutto il mio apprezzamento per quelli che hanno buttato quintali di posta nella grotta di Belpasso! A me marziano dalla pelle un po’ verde questa storia della lettere che continuate ancora ad infilare nelle cassette di lamiera attaccate davanti casa mi è sembrata subito una strana abitudine, decisamente vecchia e superata.
I postini di Belpasso hanno fatto bene a non recapitare nelle case tutta quella corrispondenza ed a disfarsene facendole scomparire dalla faccia della terra, tanto quelle buste contenevano solo bollette della luce-gas, pubblicità di quelli della tivù satellitare. Ho saputo che la in mezzo c’erano anche lettere minatorie, qualche “pizzino” inviato dai capi mafia, le intimazioni spedite dagli avvocati, qualche avviso del fisco. Nulla che valga insomma la pena ricevere e leggere.

Che emozione si può provare nell’aprire una lettera contenente l’avviso di scadenza di un pagamento? L’unico effetto sarà stato quello di far aumentare la pressione arteriosa del povero destinatario. Una volta anche sul nostro pianeta la gente scriveva sulla carta, ma poi abbiamo sostituito tutto con le comunicazioni elettroniche, visto oltretutto che non c’erano più alberi da tagliare. Da tempo per dirsi “ti amo”, “ti vorrei”, “ti desidero” lo digitiamo sui computer interstellari ed il bello è che se uno riceve uno di questi messaggi lo può cancellare subito e non ci pensa più, ma volendo può anche lasciarlo nei nostri grandissimi server e resta lì per sempre. L’unico aspetto controproducente è che in questo modo anche se uno scrive una mezza bugia non c’è nessuno che va a buttare quel documento in una grotta sottoterra. L’anno scorso, mentre ero ancora sul pianeta marziano, mi è successo che una tipa mi ha allegato un messaggio in cui le avevo mandato a dire che la amavo moltissimo e che non avrei potuto mai vivere senza di lei. Ma era passato molto tempo e non mi ricordavo più neanche che faccia avesse, peccato che il maledetto server avesse invece archiviato tutto!

Giuseppe Riggio racconta l'Etna e la Sicilia da trentacinque anni. Giornalista pubblicista ha collaborato con importanti testate locali e nazionali. Autore di diversi libri dedicati alle bellezze nascoste della nostra regione ha dedicato anni di ricerche alla valorizzazione della memoria del Novecento. Per l'editore Maimone ha diretto per otto anni il trimestrale culturale Etna Territorio ed ha scritto alcune delle sue opere più recenti. Vive pensando positivo, immerso nelle contraddizioni di un'isola meravigliosa, ma – forse – incorreggibile.
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