Granita alla Grotta del Gelo, archiviata l’indagine

È stato il Commissario Superiore Gianluca Ferlito a interrogare protagonisti e testimoni e a decidere di non procedere: Ferlito: «Regolamentare l’accesso alla grotta»

Si conclude con l’archiviazione la vicenda della “granita” alla Grotta del Gelo, sollevata da Etnalife che ha suscitato un vespaio di polemiche per i possibili danni all’ecosistema di uno degli ambienti più straordinari del Parco dell’Etna, danni derivanti dal prelievo di ghiaccio dalla cavità, e per il coinvolgimento di una guida. È stato il Corpo Forestale, nella persona del Commissario Superiore Gianluca Ferlito, a condurre l’indagine e a decidere di non procedere.

Intervistato da Etnalife, Ferlito dichiara: «Ho svolto le opportune indagini interrogando i protagonisti e i testimoni e non ho rilevato nulla di penalmente perseguibile. Stando alle testimonianze – dice Ferlito – la neve raccolta, quantificabile in alcuni chili, utilizzata per raffreddare i contenitori di alluminio allo scopo di preparare la granita, sarebbe stata prelevata dall’esterno della grotta in una zona ombrosa e ricoperta da terriccio nella discesa che conduce verso la grotta. Ho anche inviato sul posto una pattuglia della Forestale per accertare eventuali danni – prosegue il commissario forestale – ma non è stato rilevato nulla di anomalo. Per tutto ciò ho archiviato l’indagine. Da parte mia – aggiunge – ritengo che l’accesso alla Grotta del Gelo vada regolamentato. Da quel che ci risulta, attualmente un gran numero di persone vi entra all’interno insieme e quel giorno ve ne erano contestualmente addirittura sessanta. Ritengo che per salvaguardare il delicato equilibrio della stessa grotta l’accesso vada regolamentato e il numero di visitatori limitato. E su questo – conclude Ferlito – mi aspetto che il Parco dell’Etna agisca di conseguenza».

La vicenda “granita”, come detto, è stata sollevata dal nostro portale. Siamo stati informati dell’esistenza di video e immagini che mostravano un signore, Luigi Romana – il quale successivamente ha ammesso di essere l’autore – che preparava la granita utilizzando un contenitore raffreddato esternamente dal ghiaccio, seduto accanto ad una guida. Romana ha così commentato il fatto su Facebook: «Preparare la granita con il ghiaccio della grotta del gelo sull’Etna, la madre di tutte le montagne, ha un fascino che forse nessun gelatiere prima di me ha mai provato».

Abbiamo sollevato la questione perché da tutti gli elementi in nostro possesso e da una testimonianza diretta di una persona presente al fatto, era evidente che il ghiaccio provenisse dalla grotta; dai racconti resi alla Forestale, come scritto sopra, i testimoni hanno dichiarato che ciò avvenuto in una zona esterna nei pressi dell’ingresso. Ci è sembrato opportuno raccontare un fatto comprovato da fonti certe e diverse quali testimonianza diretta (fonte primaria), foto, video, ammissione del protagonista. Come dichiarato da Romana, sono stati prelevati circa cinque chili di neve. Per cui, continuiamo a porre una domanda: se ogni frequentatore (centinaia quel giorno) prelevasse cinque chili di neve dalla Grotta del Gelo (anche nei pressi dall’ingresso) che danni subirebbe il delicato ecosistema della grotta? Detto ciò, ci riteniamo soddisfatti di aver raccontato un fatto che ha sollevato l’esigenza di una tutela maggiore per uno degli ambienti più affascinanti dell’Etna Patrimonio dell’Umanità.

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