Sabato 2 maggio il diciottenne della Etna Trail ASD proverà un record mai tentato prima: “Etna Up&Down”, Linguaglossa-vetta-Linguaglosa, 45 chilometri da coprire in 6 ore
Sarà un’impresa mai tentata prima, quasi a testimonianza del fatto che l’Etna suscita sfide sempre nuove. A impegnarsi nell’impossibile, provando a sopprimere il prefisso che imprigiona “possibile”, è Salvatore Ragonese, corridore diciottenne amante del trail running che frequenta l’ultimo anno dello Scientifico alla Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli. Salvatore (iscritto alla Etna Trail ASD), sabato 2 maggio 2015 tenterà di compiere di corsa, in un’unica sessione, ascensione e discesa dell’Etna con partenza e arrivo a Linguaglossa, tentando di scrivere per primo il suo nome in questa incredibile impresa, denominata “Etna Up&Down”.
Partendo dal centro del comune etneo, inizio alle 9 dai “Quattro canti”, affronterà l’ascesa tramite sentieri e piste forestali con transito per Piano Provenzana (previsto intorno alle 10:30) sino a toccare la cima del Cratere di Nord-Est (3.340 metri sul livello del mare). Poi inizierà la discesa sino al punto d’inizio con arrivo previsto intorno alle 15. In totale percorrerà 45 km per un dislivello di 2.800 metri cercando di coprire il percorso in circa 6 ore.
Il nonno del runner è Salvatore Ragonese, guida vulcanologica dell’Etna nota col soprannome di “camoscio dell’Etna”.
Abbiamo chiesto a Salvatore come nasce la sua impresa:
“Nasce sicuramente con l’intento di dare un po’ di risalto alla nostra amata Etna che sembra essere sempre più trascurata, nel senso che non riceve le attenzioni che merita. Credo che ogni tanto dovremmo fermarci per un attimo e dire ‘stop’ a questa vita frenetica che tutti conduciamo e dare più valore a ciò che ci circonda, alle nostre origini e dunque al nostro stesso territorio. Il mio è solo un modo per accrescere e migliorare il rapporto con il ‘Gigante di Fuoco’. Inoltre è anche un modo per ringraziare mio nonno, guida vulcanologica dell’Etna, senza il quale la mia passione per la montagna non sarebbe mai nata.”
(30 aprile 2015)