Etna, rifiuti: le associazioni scrivono al Prefetto di Catania

Gli scout operativi a Bronte (Fonte Parco dell'Etna)
Gli scout operativi a Bronte (Fonte Parco dell’Etna)

«Individuare l’ente pubblico, con funzioni di polizia, che possa mettere in atto una rigorosa azione di vigilanza e un forte regime sanzionatorio»

Le associazioni che aderiscono a “Meglio Parco che sporco” prendono una netta posizione sull’emergenza rifiuti sull’Etna e lo fanno con una lettera al Prefetto di Catania, Maria Guia Federico, nella quale manifestano il proprio scoramento per una situazione che sembra un eterno “gioco dell’oca”, si torna sempre come prima, e nella quale chiedono un organismo che vigili e sanzioni. Pubblichiamo integralmente la missiva.

Gent./ma dott.ssa
Maria Guia Federico
Prefetto di Catania
SUA SEDE

Sabato 12 novembre si svolgerà la quarta edizione della manifestazione “Meglio Parco che sporco” che coinvolgerà tantissime associazioni di volontariato i cui soci puliranno il fazzoletto di terreno del Parco assegnato a ciascuna di esse. Alle associazioni si affiancheranno i rappresentanti di quasi tutti i Comuni che fanno da cintura al Vulcano, che contribuiranno fornendo gli automezzi necessari al trasporto dei rifiuti dai punti di raccolta collocati lungo le strade asfaltate fino alle isole ecologiche di pertinenza.
Quest’attività, svolta con cadenza annuale, benché ampiamente pubblicizzata, non ha però contribuito ad eliminare il fenomeno delle micro-discariche all’interno dei boschi (in genere addentrate di 50 – 100 metri), che immancabilmente si riformano nei mesi successivi e più in generale quello dell’indiscriminato abbandono di rifiuti ai bordi delle strade.

Sul piano educativo, solo per le nuove leve rappresentate da fanciulli in età scolare, l’attività di pulizia volontaria rappresenta ancora una fase di coinvolgimento emotivo e di acquisizione di consapevolezza verso il rispetto dell’ambiente. Negli adulti partecipanti a “Meglio Parco che sporco” si affaccia viceversa lo scoramento, la rabbia, la sensazione di impotenza e quindi l’ipotesi della resa definitiva: sentimenti dovuti all’insufficiente controllo del territorio e alla mancanza di adeguati avvisi informativi lungo le strade principali di accesso.
E’ ormai evidente che la responsabilità è di una quota modesta, ma fortemente persistente, della popolazione che, per mera arretratezza culturale, ritiene che il bosco, o le superfici coperte da lava, siano il luogo naturalmente deputato all’abbandono dei rifiuti, in quanto sufficientemente lontano dai propri occhi.

Si rinnova così la sorpresa dei visitatori italiani e stranieri che periodicamente ci rinfacciano come, a fronte di uno straordinario patrimonio ambientale, unito ad un clima ineguagliabile che consente loro di vivere all’interno del Parco delle giornate indimenticabili, la nostra società non riesca a risolvere un problema di apparente grandissima semplicità. La sorpresa si traduce in lettere di censura o interviste ai media che suscitano nella maggioranza dei cittadini profonda umiliazione. La medesima indignazione coinvolge peraltro tutti i visitatori dell’Etna, che siano o meno forestieri.
I sottoscritti sono convinti che non si possa più accettare questa situazione. Per tale ragione la Dirigenza del Parco ed i rappresentanti delle associazioni di volontariato firmano il presente appello indirizzato alla S.V. per chiedere di individuare in via definitiva ed esplicita l’ente pubblico, con funzioni di polizia, che possa – e debba – mettere in atto una rigorosa azione di vigilanza e un forte regime sanzionatorio, severo e continuo nel tempo.

La associazioni che hanno aderito a “Meglio Parco che sporco” 2016

Condividi con un amico
Questo articolo potrebbe interessarti: Etna, rifiuti: le associazioni scrivono al Prefetto di Catania! Questo è il link: https://www.etnalife.it/etna-rifiuti-le-associazioni-scrivono-al-prefetto/