Etna, benvenuto al nuovo “pit crater”

Un piccolo cratere a pozzo si scorge sull’alto fianco orientale del cono del Nuovo Cratere di Sud-Est. Si tratta della bocca apertasi durante l’attività stromboliana della scorsa settimana

Nuovo “parto” ai crateri sommitali dell’Etna. Da qualche giorno, osservando il versante orientale del Nuovo Cratere di Sud-Est, si nota una piccola bocca dal diametro di circa 20 metri circa, nata nel corso della recente attività stromboliana. Il cratere a pozzo produce un debole degassamento con tenui bagliori al suo interno, visibili di notte, come si può ammirare nelle belle foto di Miky Mammino, realizzate in diversi momenti in area sommitale. Attualmente prosegue a rilento l’attività nella voragine.

Di seguito il comunicato dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Osservatorio Etneo di Catania

Aggiornamento Etna, 1 dicembre 2015

Nelle ultime settimane è continuata senza variazioni di rilievo l’attività stromboliana all’interno del cratere Voragine, uno dei quattro crateri sommitali dell’Etna. L’attività consiste in esplosioni di intensità e frequenza variabile, con lancio di bombe incandescenti accompagnato talvolta da piccole quantità di cenere vulcanica; in alcuni casi le bombe sono proiettate oltre l’orlo della depressione interna della Voragine e fino a qualche decina di metri sopra l’orlo craterico.
Dall’inizio di novembre, l’ampiezza del tremore vulcanico ha mostrato una serie di fasi transitorie, con evidente incremento dell’ampiezza del segnale e uno spostamento della sorgente del tremore verso la superficie e da una posizione sotto il centro dell’area sommitale verso sud-est e poi sud. Alcuni di questi episodi sono stati accompagnati da un visibile aumento del degassamento dal Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC), in particolare da una zona fumarolica sull’alto fianco orientale del suo cono, dove la telecamera termica di Monte Cagliato (EMCT) ha anche registrato piccole anomalie termiche. All’episodio di elevata ampiezza del tremore vulcanico nella notte del 7-8 novembre è seguita la piccola esplosione descritta nell’aggiornamento dell’8 novembre, che è avvenuta da un punto vicino all’orlo orientale del NSEC. L’attività all’interno della Voragine non ha mostrato alcuna variazione durante questi incrementi nell’ampiezza del tremore vulcanico.

Dopo un ulteriore episodio di elevata ampiezza del tremore nei giorni 20-22 novembre, nella notte del 24-25 novembre si è osservata una debole attività stromboliana dalla stessa zona fumarolica sull’alto fianco orientale del cono del NSEC. Ciò ha generato una cospicua anomalia termica nelle immagini di EMCT. Nel pomeriggio del 25 novembre dallo stesso punto sono avvenute delle piccole emissioni di cenere. Le emissioni di cenere sono cessate poco dopo il tramonto; nella notte successiva sono stati osservati rari e deboli bagliori in corrispondenza della bocca che aveva prodotto le emissioni di cenere. Nella mattinata del 27 novembre è avvenuto un nuovo incremento dell’ampiezza del tremore vulcanico che è durato poche ore; le pessime condizioni meteorologiche non hanno permesso di verificare se questo episodio è stato accompagnato da attività eruttiva. Nel mattino del 28 novembre è stato possibile osservare che continuava un intenso degassamento dal fianco orientale del cono del NSEC; tuttavia si notava l’assenza di nuovi prodotti eruttivi.
La buona visibilità dei giorni 29-30 novembre ha permesso di constatare la presenza di un nuovo piccolo cratere a pozzo (“pit crater”) sull’alto fianco orientale del cono del Nuovo Cratere di Sud-Est. Si tratta della bocca apertasi durante l’attività stromboliana della settimana precedente, ed è ubicato qualche decina di metri sotto l’orlo orientale del NSEC, con un diametro di approssimativamente 15-20 m. Questo nuovo cratere a pozzo è tuttora sede di un debole degassamento, mentre di notte si osservano debolissimi bagliori al suo interno. I dati disponibili non consentono di caratterizzare l’attività eruttiva iniziata il 25 novembre; qualora questa attività fosse presente, essa sarebbe comunque intracraterica.

La formazione di nuovi crateri a pozzo è un fenomeno molto comune all’Etna e può avvenire sia in area sommitale che durante e dopo eruzioni di fianco. E’ noto che ciascuno degli attuali crateri sommitali – Cratere di Nord-Est (1911), Voragine (1945), Bocca Nuova (1968), Cratere di Sud-Est (1971) e NSEC (2007-2009) – è nato come cratere a pozzo; strutture di questo tipo si sono frequentemente formate anche all’interno dei crateri sommitali o sui fianchi dei loro coni. Al NSEC, un piccolo cratere a pozzo (allora soprannominato “pittino”) si è formato ad agosto 2012 per diventare una delle bocche eruttive principali durante diversi episodi parossistici nel 2013. Anche durante il lungo episodio eruttivo di gennaio-aprile 2014, si è aperto un cratere a pozzo sull’orlo orientale del NSEC con dimensioni simili a quello formatosi in questi giorni. Questo cratere è stato sepolto dai prodotti dell’episodio eruttivo di metà giugno 2014.

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