Belpasso, denunciato il postino che ha riempito di lettere la “Grotta della dinamite”

La cavità non potrà più essere fruita a causa dell’incendio: all’interno quintali di spazzatura, di plastica e di copertoni inceneriti

È un 21enne catanese dipendente della società privata del settore recapito “Olimpo Service” il postino autore dello scempio nella “Grotta della dinamite”, che si trova in via del Pettirosso al Villaggio delle Ginestre, una contrada al confine fra i comuni di Belpasso, Mascalucia e San Pietro Clarenza, caratterizzata dalle lave del 1669. E la Grotta della dinamite è proprio una cavità nata nell’evento eruttivo avvenuto 349 anni fa.
Il postino si è sbarazzato di migliaia di pezzi, fra lettere e pacchi, in gran parte materiale pubblicitario, affidato alla società che svolge il servizio di recapito su base regionale. Oltre alla corrispondenza promozionale, presenti anche comunicazioni di istituti di credito, studi legali, compagnie assicurative e società di servizi. A ritrovarla qualche giorno fa sono stati gli speleologi del Gruppo Grotte del Cai di Catania, che ha presentato regolare denuncia ai Carabinieri della Stazione di Belpasso.

E oggi, presenti i militari, gli speleologi del Gruppo Grotte del Cai di Catania si sono calati nella cavità per recuperare il materiale. Il 90% della corrispondenza è però andato perso in un incendio appiccato in questi giorni, dal ritrovamento a oggi, nel tentativo di cancellare ogni prova. Ma tutto è stato vano: la direzione della società, sollecitata dai Carabinieri, ha chiarito il meccanismo utilizzato per lo smistamento della posta fino a giungere nelle mani del fattorino che, attraverso la tracciatura della stessa e tramite  l’utilizzo di un palmare dotato di lettore ottico, procede allo “sparo” del barcode presente sulla busta. Questa operazione consente di risalire al postino a cui viene affidata la corrispondenza, prmettendo di monitorare la busta fino alla fase del recapito al destinatario. Una volta giunti sul luogo di recapito lo stesso operatore avrebbe dovuto certificare la consegna della busta, leggendo il barcode con lo stesso palmare che, attraverso il GPS del suo palmare memorizza e trasferisce tramite SIM card sul sistema, i seguenti dati: “luogo data e ora del recapito”, e successivamente avrebbe proceduto ad imbucare la corrispondenza tracciata.

Grazie a questo automatismo i Carabinieri, analizzando un campione di 250 buste, recuperate dagli speleologi del Cai, sono riusciti ad attribuire la posta esaminata ad una sola persona, un catanese di 21 anni che dovrà rispondere all’autorità giudiziaria di violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza commesse da persona addetta al servizio delle poste, dei telegrafi o dei telefoni.
E intanto si apprendono informalmente i particolari della visita in grotta da parte degli speleologi. Recuperato solo il 10% della posta (circa 150 chili), poiché il rogo ha distrutto gran parte del materiale, insieme a plastica, copertoni d’auto e immondizia che l’inciviltà dilagante aveva inabissato precedentemente nella cavità lavica. Portati allo scoperto solo sette sacchi di juta, posti sotto sequestro dai Carabinieri, rispetto a una quantità attesa ben più consistente.
Operazione difficoltosa quella degli speleologi a causa della cenere, dell’acre puzzo di fumo e di plastica bruciata e della nube nera che si levava al momento del recupero che ha reso l’aria irrespirabile. Purtroppo, la fruizione della Grotta della dinamite è ormai compromessa a causa della grande quantità di residui di combustione presenti (soprattutto plastica e gomma), che non renderanno più una esperienza incantevole la discesa nelle viscere della terra in questo luogo. E questo è certo il danno più grande.

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